Organico funzionale di istituto. Sì, però

Organico funzionale triennale di istituto e organico di rete. Come si dice a poker: vedo!

Non ci esercitiamo in ipotesi o in pregiudiziali, prima di vedere il testo della norma inserita, a quanto sembra, nel decreto legge sulle semplificazioni non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Se davvero si andrà, anche in forma graduale, all’organico funzionale di istituto, stabilizzandolo per un triennio con effetti sulla continuità didattica e sulla conferma del personale precario, ben venga questa scelta, soprattutto se non sarà virtuale, ma concreta e consistente in termini di organico aggiuntivo, accompagnato da un organico di rete.

Però, prima di passare a bloccare per un triennio le risorse di organico intorno a ciascuna istituzione scolastica autonoma, occorre stabilizzare il sistema, senza sconti o rinvii, fissando gli assetti delle istituzioni scolastiche che dovranno uscire dai nuovi piani di dimensionamento.

Soltanto nei territori che dal prossimo anno scolastico saranno in regola con i nuovi piani di dimensionamento si potrà procedere alla costituzione dell’organico funzionale. Ma non solo. Sussiste tuttora uno squilibrio nella distribuzione degli organici del personale docente tra le diverse aree geografiche del Paese.

Procedere, comunque, all’assegnazione di organico aggiuntivo, prima di recuperare risorse di posti da assegnare, in compensazione, a chi ne avrebbe diritto, finirebbe per consolidare situazioni sperequate vincolando lo squilibrio per molto tempo ancora.

Serve una preliminare azione coraggiosa nella politica degli organici da parte del ministro Profumo.