Organici: un cambiamento per l’equità

Dopo la pausa natalizia, per il ministero dell’istruzione si apre un intenso periodo di decisioni e scadenze destinate a preparare il prossimo anno scolastico: i piani regionali di ridimensionamento della rete scolastica (31 gennaio), le iscrizioni degli alunni (20 febbraio) e poi, di conseguenza, la definizione degli organici del personale scolastico.

Proprio quest’ultimo appuntamento, quello degli organici, può costituire per il nuovo ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, la prima importante occasione per cominciare a mettere in atto la annunciata politica di razionalizzazione e miglioramento del sistema di istruzione (l’ha chiamata politica dell’oliare, in alternativa a nuove ambiziose riforme).

Davanti all’appuntamento degli organici il ministro ha due scelte possibili: assecondare, in maniera più o meno automatica e ragionieristica, le consuete procedure dipendenti dalle norme esistenti (ultime quelle introdotte dalla Gelmini) oppure mettere mano alla situazione esistente e, nei limiti delle risorse disponibili, compiere per via amministrativa qualche mossa coraggiosa in direzione dell’equità e del riequilibrio del sistema.

Da correggere e migliorare, in quest’ultimo caso, non ci sono le riforme; ci sono, piuttosto, molte situazioni difformi, determinate da interventi amministrativi centrali e periferici, che si sono andate consolidando nel corso degli anni, come Tuttoscuola ha più volte messo in evidenza. C’è, ad esempio, la distribuzione delle risorse umane sul territorio, cioè i posti di docente che non sempre corrispondono a criteri equilibrati e proporzionati al fabbisogno della popolazione scolastica. Sperequazioni crescenti e ingiustificabili.

Per Profumo questa potrebbe essere l’occasione per mettere mano, secondo criteri di equità e di funzionalità, alle situazioni più squilibrate, contribuendo al miglioramento del sistema.