Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Ora di religione/2. Religione o religioni?

Dal Pd, però, non è giunta solo la preoccupata voce di Francesca Puglisi. Nello stesso giorno hanno preso posizione anche Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del Pd, a cui giudizio “il ministro Profumo pone una questione giusta e all’ordine del giorno” poiché “nessuno può negare che ci sia un’evidente carenza nella scuola italiana di oggi per quanto riguarda l’offerta formativa alternativa a chi non frequenta l’ora di religione cattolica” ed esiste una “necessità diffusa e sentita da numerosi docenti di delineare un progetto nazionale di educazione interculturale e multireligiosa con il primario obiettivo di promuovere corsi di aggiornamento agli insegnanti e finanziare iniziative già presenti in numerose scuole italiane e lasciate a sé stesse nell’indifferenza generale”.

Anche per Marco Pacciotti, coordinatore del Forum Immigrazione del PD, “Le parole del ministro Profumo segnano la presa d’atto di una società, quella italiana, che già da tempo è cambiata”. Un cambiamento “che si rispecchia in modo ancor più evidente nelle nostre scuole, frequentate da centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi di origine straniera, portatori di culture, tradizioni e confessioni diverse. Anzi, occorrerebbe estendere la riflessione che riguarda l’insegnamento della religione “a molte altre materie, dalla geografia, alla storia, alla letteratura, oltre che naturalmente alle lingue, superando così l’impostazione novecentesca eurocentrica della nostra scuola”.

Sul fronte sindacale è Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, a riprendere in positivo le parole pronunciate da Profumo a Torino alla festa di SEL: “suggerire di affrontare nuovamente i temi legati all’insegnamento della religione cattolica nella scuola non è una deriva laicista, ma una sollecitazione di assoluto buon senso”, dato che l’Italia è passata “da stagioni di intensa immigrazione a una situazione di multiculturalità sempre più stabilmente diffusa”: una situazione che “il sistema del Concordato non prevede” e che comporta problematiche “che vengono quotidianamente risolte dagli insegnanti che affrontano il processo formativo ed educativo dei loro studenti mirando all’integrazione, con equilibrio e rispetto”.

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