Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Ora di religione islamica nelle scuole pubbliche. Una proposta che divide

Adolfo Urso, sottosegretario al commercio estero e segretario di ‘FareFuturo’ (la fondazione vicina a Gianfranco Fini), ha suggerito una serie di interventi per favorire l’integrazione dei minori stranieri, prevedendo, tra l’altro, l’introduzione dell’ora di religione islamica facoltativa nelle scuole pubbliche. La proposta vuole essere un antidoto alla diffusione delle scuole coraniche, in quanto “fonte di ghettizzazione e di contrasto“.

La Lega, per voce del vice-ministro Castelli, ha reagito parlando di una proposta strumentale, “solo una provocazione“. Il parlamentare leghista ritiene che l’idea dell’ora di religione islamica “non sia neanche da prendere in considerazione” e che “l’ora di religione islamica non è nel programma, non esiste. Chi ne parla ha in mente altre cose“. E il suo compagno di partito Luca Zaia, ministro dell’Agricoltura, il leghista, rilancia, chiedendo “l’ora di religione cattolica obbligatoria per i musulmani“, per “far capire a loro perché noi siamo così“.

Contrario anche Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato: “La trovo una ripetizione stantia dei canoni del multiculturalismo, ricetta che in Europa è già fallita al punto che il governo Blair l’ha definita un incubo“. Per il segretario di Forza Nuova, Roberto Fiore, l’idea di introdurre l’ora di religione islamica “è una follia che supera la soglia dell’assurdo“.

Nel Pd la proposta piace, invece, a Massimo D’Alema. “È un’idea giusta – dice l’ex ministro degli Esteri – perché basterebbe l’allargamento di un principio che oggi già esiste, cioè quello di optare per un insegnamento alternativo all’ora di religione cattolica. Non vedo perché tra le opzioni non debba essere contemplata la religione islamica“.

In campo cattolico si leva, invece, la voce contraria del cardinale Ersilio Tonini che giudica la proposta impraticabile e non attualizzabile in questo momento storico.

Capisco le intenzioni – ha detto il porporato – ma dietro queste proposte c’è pressapochismo. Ci vuole massima prudenza nell’approccio con l’Islam“, perché “l’Islam ha mille espressioni, collegamenti, imparentamenti. Insomma, con i valori della nostra civiltà non ha nulla a che vedere“.

Per il cardinale la libertà religiosa è un diritto sacrosanto, ma quando si traduce in concreto nei rapporti sociali le difficoltà sono enormi. “Basta pensare – ha detto – al posto che occupa la donna nel mondo islamico: siamo lontani anni luce anche su questo punto fondamentale“.

Da un sondaggio di Sky risulta che tre quarti degli italiani non sono d’accordo ad introdurre un’ora di religione islamica facoltativa nelle scuole.

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