OCSE-PISA/2. L’emergenza educativa

Secondo il ministro Fioroni “i dati sulla scuola italiana contenuti nel rapporto Ocse-Pisa 2006 dimostrano che c’è un’emergenza educativa e di formazione che riguarda tutto il Paese, segno che qualcosa in passato non ha funzionato. Negli ultimi anni sono state fatte troppe riforme, occorre più serietà e un po’ di buonsenso“. Il termine emergenza fa pensare peraltro ad una circostanza inattesa, imprevista, mentre l’arretramento del sistema educativo va di pari passo con le mancate risposte ai problemi dell’insufficiente qualità delle politiche formative adottate.
Il ministro della pubblica istruzione sembra voler rispondere alla sfida, non perdendo l’occasione per tornare sulle ragioni che l’hanno indotto ad intervenire in modo drastico sulla questione del recupero dei debiti scolastici, sottovalutata dai precedenti governi: “Basti pensare che alle superiori, in dieci anni, abbiamo scrutinato e mandato avanti circa 8 milioni e 800 mila studenti con lacune gravi o gravissime“.
Ma in che misura i risultati delle indagini comparative internazionali (ci sono anche quelle, assai importanti, realizzate dalla IEA, International Association for the Evaluation of Educational Achievement) possono essere considerati validi e indiscutibili?