Obbligo vaccinale, Uil Scuola: ‘Terza dose ai docenti, ma anche altre strategie’

“Il vaccino va benissimo, lo ripetiamo da mesi, – dichiara il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico scuola – ma non può essere l’unica arma di attacco.
Né si può rendere obbligatorio per legge solo per alcune categorie. E’ qui il problema: l’obbligatorietà selettiva. Siamo convinti che una volta intrapresa la strada vaccinale non la si può interrompere. Siamo altrettanto convinti che andrebbero intraprese anche altre strategie di attacco”.

“Il tracciamento è stato abbandonato, i presidi sanitari neanche messi all’ordine del giorno delle priorità della scuola – sottolinea Turi -. Questa pandemia di sta rivelando piena di ostacoli e difficoltà che forse meritano strategie diversificate da affiancare alla vaccinazione. Siamo chiari: la maggioranza del personale della scuola è donna. La risposta data nei mesi duri della prima ondata della pandemia è stata di enorme responsabilità. La prima e seconda dose di Astrazeneca sono state fatte alle insegnanti. Non si dica dunque che la scuola non ha risposto con senso di appartenenza civile”.

“Però è troppo comodo minacciare la scorciatoia della Dad, che sappiamo bene significherebbe la perdita culturale di una intera generazione di studenti, ma anche, con meno idealismo – osserva Turi – la presenza di figli a casa bloccherebbe la ripresa produttiva del Paese. Non ci sto alla criminalizzazione di docenti e del personale scolastico – aggiunge Turi – siamo di nuovo alla gogna mediatica. Ci possono essere situazioni particolari, persone, docenti a cui non può essere somministrato il vaccino, non lo sappiamo. La maggior parte di loro si è vaccinata. Introdurre forzatamente l’obbligo solo per la scuola appare un peso che viene diviso in modo assolutamente diseguale. Ricordiamo quali sono gli elementi di base: riduzione degli alunni per classe; presidi sanitari nelle scuole; sistemi di sanificazione dell’aria nelle aule. Ma nulla ancora di tutto questo è stato fatto”.

“La politica nazionale e regionale è sempre in ritardo – conclude il segretario Uil Scuola – . Si parla troppo ma si fa poco. La scuola serve per eliminare le discriminazioni non per crearle ma purtroppo ancora una volta si scaricano addosso problemi che andavano risolti diversamente e in modo preventivo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA