Obbligo scolastico dalla scuola dell’Infanzia, FISM: ‘Parità e gratuità, diritti e non obblighi’
“Il segretario del PD, Enrico Letta, dal palco del Meeting di Rimini ha rilanciato la proposta contenuta nel programma elettorale del partito volta all’obbligo scolastico dalla scuola dell’infanzia. Nel programma non si parla tuttavia del finanziamento delle scuole paritarie d’infanzia quale parte integrante e qualificante del sistema integrato nazionale di educazione ed istruzione e nemmeno della promozione della libertà di scelta educativa dei genitori”. Inizia così una nota diffusa oggi dall’Ufficio di Presidenza della FISM, la Federazione Italiana Scuole Materne – alla quale nel nostro Paese fanno riferimento 9000 realtà educative frequentate da quasi mezzo milione di bambine, dove lavorano oltre quarantamila persone.
La nota afferma che “la riforma centrale per il segmento 0-6 anni sia la gratuità della scuola d’infanzia che deve essere completamente finanziata dallo Stato mediante l’approvazione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di educazione ed istruzione ed il convenzionamento con le scuole paritarie”.
E, dopo aver ricordato che: “Gestite da soggetti privati, esse sono espressione del mondo cattolico ma non solo, e svolgono, con modalità non profit, funzione pubblica di istruzione riconosciuta dalla legge“, così conclude il testo: “La gratuità del servizio – del resto attesa da anni come piena attuazione della Legge 62-2000 anche nella parte economica, consentirà la generalizzazione dello stesso a beneficio di tutte le bambine ed i bambini, l’effettiva parità e la conseguente libertà di scelta educativa da parte dei genitori”.
Ricordiamo che, secondo l’analisi di fattibilità di Tuttoscuola dei programmi elettorali di Tuttoscuola, attualmente sono iscritti nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie in età regolare (dai tre ai cinque anni) poco più di 1.200.000 bambini, pari all’89% di tutti i bambini censiti dall’ISTAT. L’introduzione dell’obbligo a partire dalla scuola dell’infanzia determinerebbe l’ulteriore scolarizzazione di circa di 150mila bambini, di cui, tenendo conto dell’attuale rapporto degli iscritti nelle scuole statali e paritarie, circa 96 mila verrebbero iscritti nelle scuole statali. Confermando l’attuale rapporto medio di bambini per sezione registrato nelle diverse regioni, verrebbero costituite più di 4.600 nuove sezioni nelle sole scuole statali. Tenendo conto della percentuale delle sezioni funzionanti a orario normale (con doppio organico) e di quelle funzionanti a orario ridotto (con un solo docente), l’organico degli insegnanti aumenterebbe di oltre 8.700 unità.
Il costo lordo a carico dello Stato ammonterebbe a circa 279 milioni all’anno. Ma la gratuità dei pasti a mensa, con la quale un’altra proposta del PD intende accompagnare l’obbligo scolastico nella scuola dell’infanzia, comporterebbe un onere aggiuntivo per tutti gli obbligati (oltre 902 mila) per tre miliardi e 337 milioni all’anno. Complessivamente l’introduzione dell’obbligo con totale gratuità comporterebbe un onere di tre miliardi e 616 milioni di euro.
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