La scuola al Meeting di Rimini occasione di scontro e divergenze

Slogan sulla scuola al Meeting di Rimini. L’applausometro che ha accompagnato gli interventi dei principali leader al Meeting di Rimini può dare la misura del gradimento dei giovani di CL per le proposte emerse. E, a quanto sembra, Giorgia Meloni sembra avere superato ai punti Enrico Letta.

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Scuola al Meeting di Rimini, Meloni: ritorno ai voti 

Probabilmente Meloni ha avuto buon gioco a toccare le corde della conservazione, soprattutto quando ha parlato di ritorno al voto nella scuola primaria, il sistema di valutazione proposto dal PD, accompagnato freddamente dalla stessa Amministrazione scolastica e recentemente introdotto a scuola con scarso entusiasmo tra i docenti, molti dei quali forse gradivano la soluzione più semplificata del voto.

Scuola al Meeting di Rimini, Letta propone obbligo scolastico alla scuola dell’Infanzia

Considerato l’antico slogan di Comunione e Liberazione secondo cui lo Stato non è un soggetto educativo, Letta ha avuto coraggio nell’esporre alla platea del meeting la proposta del PD dell’obbligo scolastico per la scuola dell’infanzia, incontrando freddezza e mugugni per quella che verrebbe ritenuta una violazione della libera scelta educativa delle famiglie. Inoltre, la totale gratuità della mensa che accompagnerebbe quell’obbligo metterebbe in obiettiva difficoltà le scuole paritarie, anch’esse molto care a CL.

L’avere aggiunto l’obbligo fino a 18 anni, un obiettivo non suo ma della Sinistra Italiana, partner della coalizione con il PD, è stato come mettere la ciliegina sulla torta per un’idea di un certo statalismo che sembra non avere trovato molti consensi in quel contesto più incline al privato sociale.

Scuola al Meeting di Rimini: aumentare gli stipendi degli insegnanti

Unico elemento d’intesa tra Letta e Meloni la proposta di considerevole aumento degli stipendi degli insegnanti che entrambi vorrebbero portare gradualmente a livello europeo.

Draghi: ‘Giovani speranza della politica’

A mettere d’accordo tutti, ben oltre la disputa sulla scuola, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, accolto da applausi continui e standing ovation, ha portato un messaggio di speranza, di incoraggiamento e di augurio a chi si prepara a governare il Paese.

“Mano tesa a chi prenderà il suo posto” ha detto. “I cambiamenti climatici – le sue parole – richiedono una risposta urgente. Le crisi geopolitiche, economiche e ambientali generano un passaggio storico drammatico. Le decisioni di oggi segneranno il futuro dell’Italia”.

Ha ricordato che quando il suo governo si è insediato, “l’Italia veniva guardata con scetticismo. Poi gli italiani hanno reagito. Insieme abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese. Il governo ha fatto del proprio meglio. Ringrazio il presidente Mattarella per la fiducia e i ministri”.

Gli applausi sono diventati ancora più intensi quando Draghi ha rivendicato “il ruolo dell’Italia al centro dell’Unione Europea. Protezionismo e isolazionismo non coincidono con i nostri interessi internazionali” Rivolgendosi ai tanti giovani presenti ha detto: “Voi giovani siete la speranza della politica”.

Draghi ha concluso il suo intervento, dicendo: “A settembre si torna alle urne. “Invito tutti ad andare a votare. Chi guiderà il Paese ne preservi lo spirito repubblicano. Sono convinto che il prossimo governo saprà portare fuori il Paese dalle difficoltà. L’Italia ce la farà anche stavolta”

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