
Obbligo decennale: a rischio il “sistema di istruzione e formazione”?
La recente Intesa sottoscritta dal MIUR con la Regione Lombardia, che consente anche agli istituti professionali e tecnici che lo chiedono di organizzare percorsi triennali e quadriennali al termine dei quali la Regione rilascia rispettivamente una qualifica e un diploma suscita timori e riserve nel mondo degli enti di formazione professionale, che temono di essere messi fuori mercato dovendo sostenere costi, soprattutto per il personale, che non gravano invece sul bilancio delle scuole.
Su questi temi FORMA, l’associazione più rappresentativa degli enti di formazione, ha organizzato lo scorso 24 giugno un seminario, coordinato dal direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra, in occasione del quale l’assessore lombardo all’istruzione e formazione Gianni Rossoni ha provato a rassicurare gli enti sostenendo che la loro offerta è più flessibile e personalizzata di quella della scuola, e che potrebbe addirittura attrarre studenti, anziché cederli.
Ma il blocco dei finanziamenti da parte del MIUR (40 milioni), e soprattutto del ministero dell’Economia (200) sta creando gravissime difficoltà agli enti, alcuni dei quali rischiano la chiusura.
L’aspetto più preoccupante della vicenda, se non si troverà una tempestiva via d’uscita, magari nella prospettiva della piena attuazione del Titolo V della Costituzione, sarebbe la perdita di importanti esperienze di formazione, riorientamento e rimotivazione che gli enti hanno realizzato in favore di allievi a rischio di esclusione da qualunque percorso formativo.
La questione è stata affrontata anche da don Bruno Stenco, direttore dell’ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana (CEI), a cui avviso i percorsi scolastici e quelli formativi possono trovare un comune orizzonte di riferimento e di riprogettazione dell’attività didattica nella nozione europea di competenza, che può essere acquisita in una pluralità di percorsi di apprendimento, tra i quali vanno considerati, alla pari degli altri, anche quelli di istruzione e formazione professionale. Gli unici, peraltro, che vengono concretamente incontro ai bisogni di coloro che per varie ragioni trovano difficoltà nell’intraprendere studi di tipo scolastico.
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