
Obbligo a 16 anni subito/2: ma come?
Trasparente è la polemica degli animatori di “Tutti a scuola fino a 16 anni” contro la soluzione di compromesso contenuta nella legge finanziaria che prevede, accanto al biennio unitario, “percorsi e progetti” gestiti da apposite strutture formative inserite in un apposito elenco predisposto dal MPI. Tutti i giovani fino a 16 anni dovrebbero invece frequentare una scuola che offra loro “la possibilità di interpretare i cambiamenti nei quali saranno immersi“, poiché “una cultura diffusa povera di simboli limita le capacità d’interpretazione, riduce gli elementi di identità, lascia esposti a condizionamenti autoritari“.
Non c’è dubbio che per una discussione informata sull’efficacia della diversificazione dei diversi modelli adottati andrebbero raccolti e valutati dati sull’andamento delle sperimentazioni dei percorsi triennali realizzati a seguito dell’Accordo del 19 giugno del 2006 tra il MIUR e le Regioni. In particolare andrebbero conosciuti gli esiti formativi, scolastici e lavorativi dopo il conseguimento della qualifica professionale, i dati sul successo formativo in termini di competenze effettivamente acquisite al termine del percorso, sui processi interni ai due sistemi e di integrazione tra i due sistemi.
Allo scopo potrebbe essere utile la lettura del primo step del rapporto relativo ai percorsi sperimentali triennali presentato dall’Assessore Silvia Costa a Genova lo scorso 22 novembre nel quadro di un’iniziativa alla quale è intervenuto anche il ministro Fioroni.
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