Nuove Indicazioni nazionali. L’importanza delle procedure

“Il percorso procedurale che porta alla realizzazione e all’applicazione delle nuove Indicazioni deve essere definito con grande precisione e chiarezza, ma l’appello alle prerogative dell’autonomia scolastica non può essere la comoda scappatoia per non chiarire un quadro normativo confuso. Deve essere chiarito, pertanto, lo strumento legislativo che verrà utilizzato per portare in Parlamento le nuove Indicazioni”. Lo chiede con determinazione la Cgil-scuola, dopo l’audizione sulle Indicazioni nazionali.
Secondo il sindacato, la revisione delle Indicazioni, con il passaggio parlamentare annunciato dal ministro, deve comportare anche la revisione del decreto legislativo 59/2004 che fissa gli ordinamenti per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo dell’istruzione.
Ricordiamo che attualmente le Indicazioni nazionali rappresentano, in via transitoria e nei loro assetti pedagogici, didattici e organizzativi, il regolamento di attuazione del decreto legislativo 59/04 sulle norme generali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione, in attesa dell’emanazione del Regolamento definitivo.
Regolamento definitivo che, in base all’art. 7 della legge 53/2003 di riforma dovrebbe essere un DPR (decreto presidente della Repubblica), da approvare dopo aver acquisito il parere delle commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato, e da pubblicare dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti, come avviene sempre per tali tipi di regolamento.
Ha ragione, quindi, la Cgil-scuola di preoccuparsi delle procedure, perché, a parte l’opportuna consultazione delle scuole e la fase di sperimentazione che dovrebbe accompagnare l‘ipotesi di nuove Indicazioni, dovrà essere predisposto per tempo anche uno strumento normativo, vincolante per tutte le scuole, che faccia da supporto-contenitore alle Indicazioni che verranno.