Nuove Indicazioni Nazionali/2. Una sfida culturale e politica

Come abbiamo già osservato nel nostro sito in occasione della pubblicazione del progetto di  nuove “Indicazioni Nazionali per il curricolo del primo ciclo” redatto dalla commissione Perla, siamo in presenza di un testo assai più ampio e dettagliato di quanto avevano lasciato supporre le poche informazioni filtrate durante il periodo della loro preparazione e che, comunque lo si voglia alla fine giudicare (le polemiche sono già iniziate, e si annunciano confronti aspri, se non uno scontro frontale), possiede una sua robusta fondazione culturale e un solido impianto strutturale.  

Ma il confronto può avere anche i toni civili e costruttivi dell’incontro organizzato da Tuttoscuola e FGA di cui al sintetico resoconto nella notizia precedente. Vedremo se avrà le stesse caratteristiche l’“Incontro con il mondo della scuola e delle associazioni professionali per il dibattito pubblico sulle Indicazioni” in programma a Roma il prossimo 2 aprile 2025 presso l’Università Roma Tre (Dipartimento di Scienze della Formazione, Via del Castro Pretorio, 20, Aula Volpi), dalle 10.00 alle 18.30, in forma, si legge nel comunicato della Flc Cgil, di “presidio”, al quale sono invitati a partecipare “il mondo della scuola, dell’università, le forze politiche e sindacali, la società civile”.

Chiesta una moratoria

Da notare che all’iniziativa non aderiscono altri sindacati o soggetti diversi da quelli, alleati storici della Flc Cgil (CIDI, CGD, Proteo Fare Sapere, Rete degli Studenti medi, Unione degli Studenti, MCE, CEMEA, Lega Ambiente Scuola e Formazione e altre associazioni minori), che hanno sottoscritto insieme ad essa l’“Appello per la Scuola democratica” che compare sul sito del sindacato con il quale le associazioni chiedono al ministero e al governo “una moratoria del testo proposto e l’apertura di un’autentica fase di consultazione per una riscrittura partecipata e condivisa”, giudicando quella in atto, decisa da Valditara, “una pericolosa operazione di revisione della cultura democratica della Scuola e del Paese con una compressione delle prerogative democratiche per un autentico dibattito pubblico”.

Una linea che fa presagire uno scontro frontale, come anche l’instant book curato dal pedagogista Dario Ianes per Erikson, di cui è stato reso noto il polemico (quanto meno) titolo “Credere Obbedire Insegnare”. Ne parleremo quando lo avremo letto con l’attenzione che merita un’opera tra i cui coautori figurano studiosi autorevoli come lo stesso Ianes, Italo Fiorin, Cristiano Corsini, Franco Lorenzoni.

Un auspicio

Non resta che auspicare che il confronto sia civile e costruttivo, e che riguardi prima di tutto il rilancio della qualità del nostro sistema educativo, un’operazione necessaria e urgente per la scuola italiana, da troppo tempo priva di una progettualità forte, e che valorizzi le potenzialità di tutti i suoi studenti, come sembra promettere anche l’annunciata personalizzazione dei percorsi formativi (un capitolo decisivo, ma tutto da scrivere).

Un terreno di incontro è possibile, se si accetta da una parte (il Ministero, se Valditara dà istruzioni chiare in questo senso) di incentivare e dare continuità allo spirito costruttivo e partecipativo delle precedenti Indicazioni, e dall’altra di abbandonare gli appelli al rifiuto aprioristico del confronto, come avvenuto troppo spesso in passato, in presenza di ipotesi di riforma.

 

Per approfondimenti:

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