Numero di classi a 24 ore inferiore alle preferenze delle famiglie

In questi giorni stanno pervenendo al sistema informatico del Miur i dati da tutte le scuole italiane delle iscrizioni scolastiche, ma chi si aspetta di conoscere anche le opzioni delle famiglie rimarrà deluso, perché la rilevazione si limita ad acquisire il numero indistinto degli iscritti a tempo normale (24, 27 e 30) e a tempo pieno. Le scelte effettive, tradotte in iscritti effettivi alle classi, si conosceranno soltanto con le rilevazioni integrative del prossimo anno scolastico.

Probabilmente quel 3% di genitori che, secondo il sondaggio del Miur della settimana scorsa in 900 scuole primarie, ha espresso la preferenza prioritaria per il modello orario di 24 ore settimanali, comporterà un numero di classi a 24 ore quasi certamente ancora più basso della preferenza espressa. Perché?

La non corrispondenza tra percentuale di preferenze espresse e percentuale di classi a 24 ore dipende dal fatto che, poiché il tasso di preferenza si riferisce al dato complessivo, nelle singole scuole il basso numero di preferenze non consentirà di raggiungere il numero minimo per costituire la classe. Molte preferenze per il modello a 24 ore rimarranno non accolte per l’insufficienza del quorum necessario per costituire una classe. Scatterà, quindi, la seconda preferenza e gli alunni verranno inseriti in classi funzionanti a 27 ore.

Poca differenza per loro, perché dovranno stare a scuola circa mezz’ora al giorno in più.

Per quelli che, molto più numerosi, hanno espresso preferenze per il modello a 30 ore, le mancate classi a 24 ore non libereranno ore di docenza per portare le classi tipo di 27 ore a 30 ore.

Dovranno sperare soltanto che nella scuola vi siano docenti specialisti di inglese e di religione cattolica e che le ore dei docenti generalisti che si liberano siano utilizzate per formare classi a 30 ore.