Numero di alunni per classe: una delle chiavi per affrontare il decremento demografico?

Negli anni ’90, quando si voleva far cassa sulla scuola, si alzava il numero medio nazionale di alunni per classe di una unità o anche meno e, voilà!, il gioco era fatto: a invarianza del numero di alunni, le classi diventavano più numerose e diminuivano di numero, determinando un minor fabbisogno di insegnanti: meno insegnanti, meno spesa per l’erario.

Mentre il numero medio di alunni per classe andava aumentando di anno in anno, nelle indicazioni nazionali e nelle linee guida nei diversi settori scolastici si parlava, con evidente contraddizione, di individualizzazione dell’insegnamento e della personalizzazione degli apprendimenti.

Alla fine degli anni ’90 si procedeva a fissare parametri certi per l’organizzazione della rete scolastica e il numero di alunni per classe; nove anni fa, con il DPR 81/2009, sono stati rideterminati quei parametri ponendo attenzione prioritaria al controllo della spesa piuttosto che alle condizioni di gestione della classe e di sostegno al rapporto educativo docente/alunno.

Ora si sta prospettando un’operazione inversa non per via amministrativa o legislativa, bensì in modo del tutto naturale e fisiologico: il numero di alunni diminuisce per effetto del calo demografico. Inizialmente il decremento può essere assorbito nel range dei limiti di flessibilità per la costituzione delle classi, ma, se non si interverrà a governare questo fenomeno mantenendo invariati gli attuali parametri anziché modificarli, si andrà verso la riduzione del numero delle classi. E vi sarà la conseguenza che le classi rimaste vedranno confermato il numero medio di alunni con tendenza addirittura a diventare più popolose.

Il primo correttivo legislativo che potrebbe essere adottato sarebbe, quindi, quello di abbassare il valore degli attuali parametri per la costituzione delle classi: non si avrebbero costi aggiuntivi (né risparmi come forse vorrebbe il MEF) e, grazie ad un numero medio di alunni per classe inferiore all’attuale, si creerebbero condizioni di maggiore agibilità educativa della classe.