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Non sarà efficace, ma l’ora di geografia nei tecnici e professionali è importante

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo un commento Elvio Lavagna sul tema della geografia a scuola a commento della lettera precedente. Il lettore ce l’ha inviata con questa premessa:  “Egregio direttore, di fronte all’ignoranza delle ragioni della geografia diffusa in questo nostro paese a tutti i livelli (in primis tra le classi dirigenti, se consideriamo gli errori di pianificazione urbanistica e di strategia industriale o le recenti insostenibili proposte di riordino amministrativo-territoriale eccetera) aderisco ben volentieri alla sollecitazione a intervenire nel dibattito provocato dalla lettera della prof.ssa Barberis sull’ora di geografia, con una breve riflessione che allego, ringraziando per l’attenzione che sarà ad essa data e per l’eventuale pubblicazione. Elvio Lavagna

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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La lettera della prof.ssa Mariabianca Barberis contiene molte affermazioni di buon senso. Certo l’aggiunta di un’ora di geografia (da assegnare ad abilitati in geografia generale ed economica) in una sola classe del biennio inferiore di tutti gli istituti tecnici e professionali crea molti problemi alle scuole e agli stessi insegnanti della materia che dovranno disperdere il loro insegnamento in un gran numero di classi e in varie sedi e presso istituti di indirizzi diversi e quindi con piani dell’offerta formativa altrettanto diversi. Il risultato di un investimento abbastanza oneroso (si tratta di un’ora in più in tanti istituti), seppur molto meno di quello per tutte le altre discipline (la storia peserà 10 volte di più), non potrà che essere modesto.

     Su un punto fondamentale sento però di dover dissentire con forza: l’ora di geografia non è “un pizzo” per l’interesse di pochi (e, par di capire dal tono delle lettera, del tutto inutile e inopportuna, specie a confronto con le esigenze d’orario dei vari laboratori…).

L’inserimento di un’ora di geografia, anche se insufficiente e probabilmente poco efficace, è piuttosto il tentativo di porre rimedio ad una attuazione, incredibilmente carente negli orari dei piani di studio, degli stessi principi ispiratori della riforma degli istituti secondari. Nelle premesse del decreto attuativo si afferma, infatti, come imprescindibile per tutti gli studenti dei corsi superiori lo studio/conoscenza del territorio in cui le scuole operano e delle dinamiche fisiche, demografiche, sociali, economiche e politiche che in esso agiscono a varie scale, da quella locale a quella globale.

     In un mondo con relazioni sempre più globalizzate c’è bisogno di competenze geografiche ben maggiori di quelle che possono essere soddisfatte con un’ora settimanale in una classe a scelta del biennio inferiore, quindi prima di aver acquisito quelle competenze che sono indispensabili per affrontare seriamente un discorso geografico.

     Questa è secondo me l’istanza che dovrebbe essere rivolta ai responsabili della politica scolastica dai dirigenti dei nostri istituti secondari.

Elvio Lavagna

ex doc. geografia economica -Savona

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