Niente voti a chi si fa fare i compiti

Severa avvertenza della dirigente scolastica dell’Ic di Fuscaldo (CS), Anna Maria De Luca.
 Pubblichiamo la presa di posizione di Anna Maria De Luca, dirigente dell’IC di Fuscaldo, in provincia di Cosenza, che ha diffidato i genitori degli alunni della sua scuola dal fare i compiti al posto dei figli. Si tratta di un comportamento altamente diseducativo: danneggia gli alunni, che così non imparano, ed è un pessimo esempio di mancato rispetto dell’istituzione scuola e del principio di legalità.
 
La scuola ha messo in campo tutte le risorse possibili e immaginabili per aiutare gli studenti e le famiglie ad affrontare il periodo del coronavirus ma se dall’altra parte la risposta di alcuni genitori – non tutti, alcuni – è sostituirsi ai figli suggerendo loro le risposte nelle interrogazioni a distanza e addirittura facendo i compiti e i disegni al posto loro allora la risposta della scuola non potrà essere che svuotare di significato quel voto anelato a tal  punto da togliere ai propri figli la possibilità di imparare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di essere autonomi“. 

De Luca sostiene che il coronavirus sia un amplificatore delle risorse e dei limiti del sistema scuola, di ogni scuola e di ogni singola persona. E quel che sta accadendo ne è un risvolto. “Alcuni genitori pensano di aggiungere qualcosa sostituendosi ai figli. In realtà, in questo modo, tolgono loro qualcosa di veramente importante. Barare è una grave mancanza di rispetto nei confronti dei docenti ma soprattutto nei confronti del propri figli. È un cattivo esempio e una scuola attenta alla legalità, ai diritti umani, come la presenza del Procuratore Gratteri ha dimostrato pochi giorni prima che iniziasse il periodo del Coronavirus, non può far finta di non vedere. So che è una posizione un po’ estrema ma non ho intenzione di cedere: devo garantire il rispetto di studenti e docenti, devo garantire il rispetto dell’istituzione scuola, devo garantire il rispetto dei valori che la scuola vuole portare avanti. Tra questi c’è il concetto della conquista dell’Autonomia e di un apprendimento che avanza con le proprie forze, tra fatiche, gioie, risultati buoni e meno buoni. Non ha senso mettere voti alti per valutare i compiti dei genitori“.
 
E poi, anche ammesso che un genitore, facendo i compiti al posto del figlio, possa ottenere voti più alti di quelli che avrebbe preso da solo, prosegue la dirigente scolastica, “che soddisfazione potrà mai vivere quel ragazzo, nella consapevolezza dell’ingiustizia di quel giudizio? Perché i genitori devono togliere ai figli la piena gioia di godere dei propri successi, perché devono renderli insicuri per un’ ansia da prestazione del tutto personale che ricade sui propri figli a specchio?  È ora di dire no a tutto questo. Bisogna in qualche modo  far capire loro che i propri figli possono riuscire benissimo anche da soli e che devono rispettare il sacro spazio scolastico che in questi giorni non è nelle aule ma nella stanza di casa. Il bambino ha il diritto di stare da solo davanti al tablet o al computer a interagire con i suoi insegnanti, senza avere l’intrusione di genitori che lo stressano, suggeriscono risposte e addirittura fanno i compiti e disegni al posto loro. È davvero un pessimo insegnamento e per svuotarlo non ci resta che rifiutarci di dare il voto a quei ragazzi che palesemente vengono non aiutati ma sostituiti dai genitori. La valutazione deve essere reale, voti alti ma falsati non servono a nessuno”