Nella scuola il 53,5% guadagna meno di 1.500 euro

I conti sullo sconto fiscale li fa il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima.  “C’è grande attenzione tra il personale scolastico per lo ‘sconto’ fiscale annunciato dal premier Renzi. Se infatti la soglia di accesso al beneficio è individuata in uno stipendio mensile netto di 1.500 euro, vi rientra più della metà di chi lavora nella scuola statale e quasi interamente chi presta servizio nelle paritarie o nella formazione professionale”.

Secondo il sindacalista “i 1.500 euro netti rappresentano una soglia praticamente impossibile da raggiungere, anche a fine carriera (cioè dopo 35 anni di servizio) per tutta l’area del personale Ata, con la sola eccezione degli 8.000 direttori dei servizi. Tra collaboratori scolastici e assistenti, si tratta in tutto di 200.000 unità di personale. Per i docenti, stanno sotto quel valore la metà di quelli che lavorano nella scuola primaria e dell’infanzia e oltre un terzo di quelli delle secondarie, un numero che approssimativamente equivale a circa 300.000 unità. In termini complessivi, stanno sotto i 1.500 euro 500.000 addetti su 935.000“. Cioè il 53,5% del totale.

Una categoria, quella dei lavoratori della scuola, tutt’altro che privilegiata. Si può dunque capire – afferma Scrima – “perchè sia così importante per noi la difesa delle posizioni economiche del personale Ata, o la vertenza per il recupero degli scatti di anzianità, che riguarda docenti e Ata”.