NEET/3. L’effetto ‘cicatrice’

Tra i giovani NEET, avverte l’Ocse, ce ne sono alcuni che corrono maggiori rischi: sono quelli colpiti dall’‘effetto cicatrice’ (scarring effect), un curioso (ma forse non inappropriato) neologismo con il quale viene denominato il fenomeno che investe in particolare quei giovani che essendo rimasti fuori del lavoro per un anno o più, hanno crescenti difficoltà a trovare una prima occupazione, o un nuovo posto di lavoro in caso di perdita del precedente. 

Apposite ricerche hanno dimostrato che chi è entrato tardi e a fatica nel mondo del lavoro “avrà una possibilità di essere occupato inferiore, e un salario più basso, rispetto a persone con le stesse competenze e nella stessa fascia di età che sono però entrate in un momento differente”. Questi giovani corrono un ulteriore pericolo, evidenziato da Stefano Scarpetta, l’italiano che dirige il dipartimento Lavoro dell’Ocse: “L’Italia, come diversi altri Paesi, è passata a un sistema contributivo. Di conseguenza, chi comincia a versare contributi avrà una pensione più bassa, e sarà quindi più esposto al rischio di povertà”, e tanto più se a lavorare comincia tardi o ha prolungati periodi di inattività.

A questi giovani occorre quindi offrire nuove opportunità e soprattutto nuova motivazione. Come?

Nel breve termine”, è l’indicazione che viene dall’Ocse, “i Paesi devono non solo rilanciare la crescita e la creazione di posti di lavoro, ma anche offrire una garanzia di risorse ai giovani disoccupati”, operando in modo che “quelli che provengono da un contesto socioeconomico sfavorevole e che sono usciti presto dal sistema scolastico” possano “mantenere più facilmente il contatto con il mercato del lavoro”.

Nel lungo termine, invece, “è essenziale riformare i sistemi di insegnamento e formazione”, dato che “un giovane su cinque esce dalla scuola senza aver acquisito le competenze necessarie sul mercato del lavoro odierno”. La raccomandazione dell’Ocse ha carattere generale, ma è ai Paesi con alto tasso di NEET come l’Italia che è prioritariamente rivolta.