Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Musica ‘sgarruppata’. Come cambia l’educazione musicale

Come le scuole dell’Io speriamo che me la cavo, anche le condizioni musicali di molti studenti italiani sembrano in condizioni precarie.
Lo testimonia un’insegnante di educazione musicale nella scuola media, Maria Maddalena Angiolucci, che ha raccolto le più curiose risposte dei suoi allievi in una pubblicazione (Più sordi di Beethoven) senza intenti critici, ma per consentire a chiunque di “goderne, purché abbia conservato un po’ di quello spirito goliardico che sicuramente lo ricondurrà ai tempi della sua stessa esperienza scolastica. Ho ritenuto di non operare alcuna selezione tra questi ‘fiori di banco’, tutti giudicandoli degni di essere menzionati per la fresca ingenuità che da essi emana…”.

Il quotidiano “Il Messaggero” ha pubblicato stralci di quella musica sgarruppata raccolta dall’autrice, anticipandone scampoli umoristici che divertono ma che non possono però non far pensare al poco rilievo che nella nostra scuola ha la musica, nonostante l’Italia sia considerata il paese della musica.
Il violinista Salvatore Accardo racconta che, consultato dal ministro Moratti per fornire consigli sulla riforma dei conservatori, abbia risposto di lasciar perdere i conservatori e di occuparsi della materna e dell’elementare perché è a quella età che si insegna la musica.

Un’impropria forma di educazione musicale non la fa la scuola ma i mass media, come sembra dimostrare uno dei tanti episodi raccontati nel volume della Angiolucci: ascoltando il “Va’ pensiero” gli alunni rispondono che è “la musica della Barilla, anzi no di Vaporella”.
E che dire di Mozart che ha scritto “Casin fan tutte”?

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