Monti: la fuga dei cervelli ci costa 1,2 miliardi

Nel suo intervento al Meeting di Rimini il presidente Monti ha dedicato una parte del suo intervento all’università, e lo ha fatto, da economista, valutando in primo luogo i costi derivanti per il sistema Paese Italia dalla fuga dei cervelli formati, appunto, dalle nostre università.

Appena pochi giorni fa”, ha detto Monti, “sfogliavo uno studio condotto dall’Istituto per la Competitività sul costo che la fuga dei cervelli produce per il nostro PIL. I dati sono preoccupanti. Il saldo negativo viene stimato in 1,2 miliardi di euro. Lo stesso studio quantifica in 20 miliardi di euro annui l’incremento di PIL che deriverebbe dall’azzeramento di questo saldo”. Un importo di notevolissima consistenza.

Contestualmente, ha proseguito il premier, occorre però anche migliorare il funzionamento degli atenei italiani. “Lo stiamo facendo attraverso tante azioni concrete, tre in particolare:
prima tra tutte quella finalizzata a favorire la ‘permeabilità’ fra Università, imprese e centri di ricerca. Un sistema ‘poroso’ in cui ciascuno degli attori che lo compongono offre agli altri il proprio valore aggiunto e ha la possibilità di colmare le proprie lacune facendo perno sulle competenze messe a disposizione dagli altri. La seconda azione è volta a migliorare gli standard di valutazione e la loro trasparenza. Non si tratta di togliere i finanziamenti a chi non produce. Si tratta di premiare chi produce e di sollecitare chi è rimasto dietro a riflettere sulle proprie carenze, per tornare a essere competitivo. Infine, con la terza azione miriamo a ricostruire i grandi aggregati di competenze nazionali, che per noi sono strumentali non solo alla ‘specializzazione intelligente’ dei territori – vuol dire che ciascun territorio potrà e dovrà produrre il tipo di sapere per cui è più adatto – ma anche all’identificazione di cluster innovativi. In questo modo non mortifichiamo la possibilità di far nascere, anche dal nulla, nuovi saperi e capacità
”.