
Monti dopo Monti?
Il successo ottenuto, secondo gran parte della stampa nazionale e internazionale, dal premier italiano Mario Monti (Supermario, come il Balotelli dei due gol rifilati alla Germania del calcio) nel decisivo vertice di Bruxelles sulle sorti dell’euro e dell’Europa chiude ogni ipotesi di voto anticipato in Italia: Monti sembra l’uomo giusto, nel senso di insostituibile per credibilità e competenza, per guidare l’Italia fino alle elezioni del 2013, e per concorrere alla guida dell’Europa economica nelle prossime tappe della road map concordata il 29 giugno nella capitale belga.
Non solo. A giudicare da alcune reazioni che si registrano nel dibattito politico italiano, non è da escludere che la ‘strana maggioranza’ ABC possa non dissolversi del tutto al calore del confronto elettorale del 2013, che al di là del fenomeno Grillo vedrà comunque contrapporsi di fronte agli elettori soprattutto il Pd e il Pdl.
Se il Pd, secondo quanto alcuni analisti politici sostengono, finirà per privilegiare il rapporto con l’Udc rispetto a quello con Idv e Sel, potrebbe verificarsi una situazione parlamentare che richieda nuovamente la convergenza, sia pure con rapporti di forza cambiati, delle tre forze politiche che hanno sostenuto il governo Monti.
A questa prospettiva sembra guardare Mariastella Gelmini che, intervistata da Andrea Vianello su Rai Tre, riduce a ‘battuta’ di un Berlusconi in vena di scherzi l’idea che l’ex premier possa ricandidarsi a un ruolo di governo e sottolinea invece che “se Pd e Pdl si fossero limitati a un appoggio acritico come hanno fatto invece altre forze politiche, il problema degli esodati e vari aspetti della riforma del lavoro non sarebbero stati affatto affrontati. Se si risolveranno questi temi, si deve anche all’impegno critico e costruttivo del Pdl e in alcuni casi del Pd”.
Questa apertura al Pd, e il sostegno che l’ex ministro della PI Gelmini non ha fatto mai mancare al suo successore Profumo, come al ministro Fornero anche nella recente polemica sul ‘diritto al lavoro’, la sordina costantemente posta alle posizioni più antimontiane in casa Pdl, tutto ciò fa ritenere che una parte significativa del Pdl, e forse lo stesso Berlusconi, non escludano che la ‘strana maggioranza’ che ha dato fiducia a Monti possa continuare a dargliela anche dopo le elezioni del 2013. Per quanto riguarda il settore dell’istruzione, università e ricerca questa prospettiva darebbe luogo alla sostanziale continuità delle politiche attuate negli ultimi anni, con una forte accelerazione dei processi di razionalizzazione e modernizzazione, soprattutto riferiti all’impiego sistematico delle nuove tecnologie e dell’e-learning.
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via