Mobilità: per i sindacati incontro inconcludente, proseguirà lunedì

È proseguito giovedì 26 il confronto tra sindacati e Miur per definire l’articolato sulla mobilità che dovrebbe portare verso un’ipotesi di accordo, probabilmente lunedì prossimo. Restano nodi da sciogliere. Uil: due pesi e due misure. Per Flc Cgil e Gilda, passi indietro. Secondo Cisl Scuola si tratta di un’inatteso dietrofront.

Non si può – secondo il sindacato di Pino Turi – “procedere con il metodo dei due pesi e due misure. Si trattano in modo diverso il personale docente e quello Ata. Agli uni si riconosce il punteggio pieno, pre-ruolo e altro ruolo, ai fini della mobilità a domanda, e al personale Ata no. Inoltre l’amministrazione non vuol consentire ai docenti di ruolo,  trasferiti dagli ambiti e in servizio in una scuola, di poter richiedere la stessa scuola nella domanda di mobilità: in sostanza di restare dove già si è“.

Anche Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, parla di “incomprensibile battuta d’arresto“. E avverte: “Se questo o quel punto su cui è aperto il confronto deve essere utilizzato dall’amministrazione per perdere ulteriore tempo o condizionare il successivo confronto sulla decisiva questione delle modalità di assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole, la Flc Cgil non ci sta. Per questo non si perda altro tempo: si accetti un confronto in trasparenza e si proceda verso la chiusura di un negoziato che proprio l’esperienza negativa dell’anno passato impone sia rapido e completo, in un unico tempo, su tutta la gamma degli argomenti“.

Stupita dall’esito dell’incontro anche Maddalena Gissi, Cisl Scuola: “Terminata la fase tecnica di revisione del testo – fa sapere attraverso un comunicato –  abbiamo purtroppo registrato un sorprendente un cambio di posizione dell’Amministrazione, che ha rimesso in discussione quanto già concordato sulla necessità di prevedere un livello di contrattazione integrativa d’istituto cui demandare la definizione dei criteri per l’assegnazione della sede di servizio al personale in organico, qualora l’istituzione scolastica comprenda sedi situate in comuni diversi.
Questo inatteso dietrofront pone un’evidente questione politica che a tale livello andrà dunque affrontata e risolta, con l’obiettivo che la definizione delle regole per l’assegnazione del personale alle sedi, talvolta in comuni a notevole distanza l’uno dall’altro, avvenga col pieno coinvolgimento delle rappresentanze sindacali”.

Molto negativa anche la valutazione della Gilda degli insegnanti: “Nonostante sia stata ultimata la revisione tecnica dell’ipotesi di contratto, restano insoluti alcuni nodi politici, fra cui qualcuno risulta addirittura peggiorato rispetto alle precedenti bozze. E’ inaccettabile, per esempio, che si voglia  lasciare alla discrezionalità del dirigente scolastico anche l’assegnazione degli insegnanti ai plessi. Continuando su questa strada  per noi  risulterà sempre più difficile accettare e siglare un contratto che rischia di generare ulteriore caos nelle scuole“.