Mobilità 2017: le reazioni della politica al dossier di Tuttoscuola

Oltre 250mila insegnanti hanno cambiato cattedra. Si tratta di 1 docente su 3, numeri incredibili che mettono in luce quanto questo sia stato effettivamente un anno nero per la continuità didattica. A puntare i riflettori sul problema che rischia di influire sul rendimento degli studenti italiani e, peggio, sui numeri della dispersione scolastica, è il nostro dossier “Mobilità 2017, il grande caos atto secondo: e agli studenti chi ci pensa?” che subito ha attirato le reazioni del mondo della politica.

Salvini: “Regionalizzare il reclutamento dei docenti” – “I 257 mila spostamenti su 768.918 insegnanti nell’ultimo anno certificano il fallimento della pessima scuola di Renzi e Gentiloni (meno continuità didattica si traduce in più fallimenti scolastici dei nostri ragazzi e, ad esempio, in molte scuole lombarde manca ancora il 20% di insegnanti titolari di cattedra), ed evidenziano che è ormai tempo di regionalizzare il reclutamento dei docenti”. A dichiararlo è il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che continua: “Gli attuali stipendi non consentono più di gestire trasferte di centinaia di chilometri da dove hai affetti e interessi. I candidati all’insegnamento devono poter scegliere in quale regione eleggere il proprio domicilio professionale, per poi confrontarsi alla pari con gli altri iscritti nella stessa regione. È comunque inammissibile – conclude – che ci siano spostamenti annuali di docenti che lasciano senza un riferimento migliaia di studenti: sarebbe opportuno che ogni nuovo inserimento avesse una continuità di almeno tre anni. Ed è impensabile che scuola e università siano affidate a una ministra che ha mentito sui suoi titoli di studio

Zaia: “Autonomia subito” – Ad esprimere perplessità nei confronti di quanto avvenuto quest’anno alla continuità didattica è anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “La scuola affonda. Autonomia subito. La catastrofe che in Veneto denunciamo da prima che cominciasse l’anno scolastico, trova oggi riscontro in numeri che parlano chiaro: l’unica certezza è il caos. Al Sud una valanga di insegnanti e pochi studenti, al Nord tanti ragazzi e pochi insegnanti, tanto che in Veneto, alla vigilia di Natale, a tre mesi dal via delle lezioni, era ancora in corso il valzer dei professori e delle cattedre scoperte. Il dato emerge sempre più chiaro  – fa notare Zaia – dove la Regione governa e sceglie, come in sanità, siamo al top in Italia, dove la competenza è dello Stato, come la scuola, i nostri ragazzi e i nostri insegnanti pagano a caro prezzo una gestione confusa e inefficace. È ora di dire basta a questo scempio di uno dei fondamenti dello sviluppo come l’istruzione – incalza il Presidente della Regione Veneto – è quindi ora dell’autonomia, delle scelte sul territorio per il territorio, di gestire la composizione del corpo docente attraverso un processo di regionalizzazione. I ragazzi, le famiglie, gli stessi insegnanti sono stufi di caos e improvvisazione, con i Ministri che si susseguono e le criticità che aumentano”.

Centemero: “Chiediamo che chi è stato assunto rimanga al proprio posto” – Puntuale si espressa anche Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia: “Il contratto integrativo sulla mobilità non può e non deve andare a discapito della continuità didattica delle studentesse e degli studenti, che sono al centro della scuola. Ecco perché chiediamo alla Ministra Fedeli di assicurare che chi ha assunto il ruolo rimanga al proprio posto, evitando il continuo cambiamento di docenti e che il piano di mobilità sia graduale e valorizzi in primo luogo i docenti che in questi anni hanno assicurato la continuità didattica o che sono rimasti in servizio nella stessa provincia“.