Miur: la verità sulla gestione dei residui di bilancio

Non deve meravigliare se nella scuola si coglie un senso di insicurezza anche a causa di una talvolta non corretta informazione. Un esempio concreto lo forniscono la trasmissione “Presa diretta” dell’8 febbraio scorso e Repubblica.it/scuola, “Scuole in Credito? Vedremo … A rischio mezzo miliardo di euro” che hanno definito quanto previsto dalla nota del 22 dicembre 2014 del Miur una “brutale cancellazione” di tutti i residui attivi iscritti nei bilanci delle istituzioni scolastiche, forse perché hanno soffermato l’attenzione su un solo passaggio della comunicazione di servizio.

La lettura completa della nota ministeriale porta ad una conclusione diversa e lontana da quanto raccontato. La nota del Miur, infatti, nel comunicare l’ammontare di una risorsa finanziaria di 72 milioni di euro dedicata a far fronte a situazioni di “sofferenza finanziaria” con il pagamento di debiti (residui passivi) già iscritti in bilancio, “auspica che con progressiva e ragionata programmazione  … i residui attivi, ….(ancora iscritti in bilancio) possano essere radiati … nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente … al fine di rendere i bilanci delle scuole più coerenti con l’effettiva situazione finanziaria e anche per consentire all’Amministrazione un’analisi più dettagliata e orientata a soddisfare le esigenze effettive, predisponendo gli interventi finanziari più idonei”.

Il riferimento alla “radiazione dei residui attivi” deve essere letto in relazione all’erogazione delle nuove risorse finanziarie da destinare, in via privilegiata, al pagamento di debiti e, conseguentemente, all’estinzione dei residui passivi presenti nel bilancio. Ai sensi della normativa vigente in materia di contabilità pubblica tale operazione (cioè il pagamento di un debito) deve essere accompagnata da una contestuale radiazione delle corrispondenti somme rimaste da riscuotere (residui attivi). La competente direzione generale del Miur, pertanto, correttamente, ha richiamato l’attenzione sull’obbligo di rispettare tale regola contabile in quanto in numerose precedenti occasioni non sempre è stata applicata in maniera puntuale e tempestiva, creando situazioni di confusione nelle scritture contabili, in contrasto con i principi di trasparenza e specificazione.

L’episodio conferma la tendenza, in generale e con chiare eccezioni, dei mezzi di comunicazione di massa di rappresentare solo aspetti negativi dell’azione amministrativa, che certamente non aiuta a rendere percepibili i valori del rigore e della serietà sui quali far leva per favorire l’innovazione. I media devono rappresentare l’antenna che seleziona, trasmette, riceve, e motiva il confronto, denunciando quanto non va bene, ma solo dopo averlo compreso ed appurato.