MIUR: dove ci porterà il nuovo riassetto organizzativo

Il Ministero dell’istruzione, università e ricerca attraverso una generale riorganizzazione degli uffici dà un taglio ai dirigenti, sopprime alcune direzioni generali centrali e accorpa quattro uffici scolastici regionali. Abruzzo e Molise avranno un unico direttore generale come, rispettivamente, Basilicata e Puglia, Friuli Venezia Giulia e Veneto, Marche e Umbria, fermo restando il mantenimento della struttura dell’ufficio in tutte le regioni richiamate. Il dirigente generale sarà unico e dovrà estendere la propria competenza  anche  sulla “regione satellite”.

La “spending review” avviata al Miur ha avuto una certa risonanza in particolare per la soppressione della direzione per gli affari internazionali, della direzione generale per l’istruzione tecnica e della direzione per l’alta formazione artistica, museale e coreutica. Si può discutere sulle singole scelte, ma il riassetto organizzativo non può essere considerato un mero atto amministrativo perché implica e sottende una precisa visione del ruolo che l’amministrazione deve svolgere per sostenere i processi di innovazione che il governo si accinge ad attivare per la scuola. “Il Miur e le riforme del sistema educativo” è un’opera che va in scena da oltre un decennio e della quale si vedono tanti atti e quasi sempre gli stessi attori senza mai concludere per passare a un’altra stagione. Quasi sempre i governi sono partiti da una fitta agenda di riforme che sono rimaste poi, in tutto o in parte, incompiute o inefficaci perché mancanti dei decreti attuativi. Forse il Governo vuole imprimere una svolta. L’operazione delle nomine dei titolari delle strutture di vertice rimaste allo stato vacanti per effetto del recente riassetto organizzativo dell’Amministrazione centrale e periferica interessa ben 23 uffici di livello dirigenziale generale, di cui 9 direzioni ministeriali  (3 per ciascuno Dipartimento) e 14 USR. Sembra insomma che si faccia sul serio. Vedremo.