Minori a scuola. Operatori di cui fidarsi
Recenti fatti di cronaca hanno visto come protagonisti in negativo alcuni operatori scolastici nei confronti dei quali, dopo gli episodi che li hanno coinvolti, sono stati avanzati alcuni interrogativi sulla loro presenza a scuola.
Anche Tuttoscuola, dopo l’episodio della bidella psicolabile che una decina di giorni fa, al primo giorno di lavoro, ha tenuto in ostaggio una classe impugnando un paio di forbici, ha osservato che chiunque può presentare domanda di supplenza: basta avere il titolo di studio richiesto e nessuno controlla se la persona è adatta a stare con i minori.
Se si tratta di una persona normale, tutto ok, se no bisogna sperare nella buona stella.
Qualcuno ha tirato in ballo, come scusante, la crisi. Non è così, perché persone non adeguate ce ne sono state anche in tempi di non crisi.
Occorre un controllo preventivo nei confronti di chi viene a contatto con i minori. Non solo, dunque, il certificato del casellario giudiziario in funzione antipedofilia, come previsto da oggi dal decreto legislativo n. 39/2014, ma un controllo de visu preventivo disposto per legge.
Pochi giorni fa un’insegnante di scuola dell’infanzia colta sul fatto, mentre trattava con violenza i bambini affidati, è stata arrestata per maltrattamenti a Bisceglie.
Dopo l’episodio, il procuratore aggiunto del tribunale di Trani che ha disposto le indagini e l’arresto, si chiedeva: Ma in quale modo vengono scelti gli insegnanti?
Il problema è delicato e va affrontato con cautela. Ma occorre trovare un modo sicuro per garantire agli alunni un rapporto sereno e positivo con gli adulti che hanno cura di loro.
Non solo scuole sicure, dunque, ma anche operatori scolastici di cui fidarsi.
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