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Milano, polemica ‘etnica’ in un istituto professionale

La Cgil di Milano ha denunciato una “discriminazione per motivi etnici” in una scuola professionale del capoluogo lombardo. All’istituto Bertarelli – viene affermato dal segretario della Flc, la Federazione lavoratori della conoscenza, Attilio Paparazzo – in fase di iscrizione non sono state concesse due classi serali, ma solo una, per il prossimo anno perché “il 70% dei 62 lavoratori-studenti sono extracomunitari“.

La notizia è stata comunicata ieri pomeriggio a noi come agli altri sindacati dal Provveditore agli Studi Giuseppe Petralia che ha attribuito la decisione ai suoi dirigenti regionali del Miur, il Ministero istruzione università e ricerca – ha spiegato all’agenzia di stampa Ansa il sindacalista -. Un diritto costituzionale viene negato solo perché dei lavoratori-studenti sono stranieri che appunto vogliono studiare proprio per migliorare la loro condizione“.

E’ una decisione tra l’altro incomprensibile – ha concluso Paparazzo – perché il ministro Gelmini non ha dato disposizioni in tal merito: ha solo detto che nella scuola elementare che si svolge di giorno quando il numero di stranieri supera il 30% degli iscritti in una classe è raccomandabile distribuirli in altre classi o trasferirli in altre scuole per evitare una concentrazione eccessiva. Non ha quindi detto o disposto di abolire le classi ma semmai di spostarle e comunque non per gli adulti che abili come lavoratori non si capisce perché non dovrebbero essere abili per l’istruzione“.

In risposta a questa denuncia, il direttore dell’ufficio scolastico per la Lombardia, Giuseppe Colosio, ha negato l’esistenza di “alcuna discriminazione etnica nella formazione delle classi nell’istituto professionale Bertarelli di Milano per la semplice ragione che la valutazione se concedere o non concedere la deroga al 30% di alunni stranieri per classe è rinviata come l’anno scorso all’organico di fatto cioè nel momento in cui avremo l’ elenco completo degli alunni e provvederemo ad autorizzare le classi“.

Quanto affermato dalla Cgil – ha proseguito Colosio – è quindi destituito di ogni fondamento. Al momento stiamo stabilendo in linea di massima il numero delle classi finalizzato a definire la possibilità di movimento degli insegnanti di ruolo. Solo in un secondo momento, cioè in fase di organico di fatto, stabiliremo la consistenza reale di ogni classe“.

Il Provveditore agli Studi Giuseppe Petralia ha aggiunto: “Mai ho attribuito ad altri responsabilità che non ci sono; quello che ha spiegato il prof. Colosio è fatto in corrispondenza della normativa vigente. Tanto è vero che in organico di fatto se ci saranno i numeri autorizzeremo le classi“.

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