Migliorare le capacità di problem solving: la prospettiva di ‘speranza’ e Mind Lab

di Michele Visentin*

E’ possibile non solo progettare contesti di apprendimento che potenzino soft skill ma anche validare le metodologie che dichiarano di focalizzarsi sullo sviluppo di competenze procedurali inerenti l’elaborazione della conoscenza? A partire da questo interrogativo, la prof.ssa Annamaria Ajello, presidente INVALSI, ha offerto interessanti spunti di riflessione intervenendo al convegno Mind Lab lo scorso febbraio e presentando i dati di una ricerca sperimentale sull’efficacia del metodo Mind Lab.

Inquadrando la sua riflessione dal punto di vista delle ricerche di Hautamaki e Kupiainen (2014) sul costrutto teorico della cosiddetta “prospettiva di speranza”, la prof.ssa, dopo aver evidenziato la necessità di operare verifiche sperimentali dell’efficacia dei metodi che dichiarano di lavorare sulle competenze di pensiero come disposizione attiva, ha presentato il piano della ricerca sperimentale del metodo Mind Lab e accennato ad alcuni significativi risultati.

La verifica sperimentale, considerando due gruppi di alunni di classe seconda di scuola primaria e due gruppi di classe quarta, ha proposto prove standardizzate per valutare la performance rispetto alla proposta di situazioni problematiche e verificare il processo decisionale anche attraverso il monitoraggio della flessibilità lessicale. I risultati più significativi hanno riguardato proprio la differenza tra il gruppo Mind Lab e il gruppo sperimentale, relativa alla disposizione attiva nella soluzione dei problemi e alle argomentazioni proposte. Le classi che hanno utilizzato il metodo Mind Lab hanno mostrato più “speranza” rispetto alle loro capacità risolutorie.

A conclusione del suo intervento, la prof.ssa Ajello ha sottolineato l’importanza di essere riusciti ad aver dato evidenza di come il metodo favorisca una riflessione di second’ordine sulle proprie procedure (la prospettiva di speranza) e come questo rappresenti una pista di ricerca interessante e utile per evitare l’approssimazione metodologica e pedagogica.

*Insegnante e formatore