Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Meglio un’educazione alla moralità dell’insegnamento di una religione

Il tema dell’insegnamento della religione cattolica nelle nostre scuole sta suscitando interesse tra i lettori: dopo un primo e un secondo intervento di insegnanti di religione in difesa della loro categoria, abbiamo pubblicato un terzo contributo di un’insegnante di italiano, che lamenta i privilegi dei colleghi di religione. Ecco ora che a scriverci è il dirigente scolastico Salvatore Provenzani, il cui punto di vista riportiamo.

Ricordiamo che la discussione ha preso avvio dal nostro articolo Il 91% degli alunni sceglie l’ora di religione, ma i loro docenti si sentono vittime di pregiudizi.

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Spettabile redazione,

l’attualità dei temi che la vostra rivista affronta e che mi inducono a darne atto, mi spinge anche a far sentire la mia opinione.

Desidero riflettere un attimo sulla questione della religione. La polemica sui docenti agevolati, la questione delle discipline alternative di cui nessuno parla, la progressiva laicizzazione del corpo docente che in un certo senso sta mutando lo statuto della “materia”, il vantaggio che se ne ricava dal punto di vista organizzativo, infatti conciliare gli impegni della scuola con quelli…”pastorali”, è una impresa, non mi sembrano i veri aspetti della questione.

Il vero, unico problema di sempre è definire e realizzare la laicità della scuola. In primo luogo, occorrerebbe definire fino a che punto la religione possa essere insegnata. In secondo luogo, occorrerebbe chiarire quale è il ruolo e la dignità delle altre religioni che non siano il cattolicesimo. Le stesse ultime dichiarazioni del Ministro circa la valenza educativa della religione, d’intesa con le analoghe dichiarazioni del Papa, che vorrebbe certamente che la religione fosse la materia centrale di qualsiasi curricolo, preoccupano non poco. Probabilmente gli studenti italiani avrebbero più bisogno di una educazione alla moralità che il tradizionale insegnamento della religione non soddisfa, sicuramente si potrebbe erogare ai giovani una buona dose di storia delle religioni allo scopo di evidenziare come la pratica sia una vera e propria costante storica.

Si potrebbe fare tutto ciò ed anche molto di più. L’unica cosa da non fare a mio parere è insegnare il catechismo e vantare la supremazia del cattolicesimo sulle altre. Se tutto ciò debba o no andare in pagella, francamente mi pare una aspetto del tutto secondario sul quale non arrovellarsi più di tanto. Purtroppo questo approccio al problema dal punto di vista didattico e rivendicativo da una parte e dall’altra, determina solo il risultato di allontanare sempre di più i giovani dal problema religioso che non può essere messo da parte.

Salvatore Provenzani – Itc Luigi Sturzo - Bagheria – Dirigente Scolastico

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I lettori di tuttoscuola.com che vogliono dire la loro su questa lettera, possono farlo, scrivendo a la_tribuna@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà gli interventi più significativi. Analogamente, coloro che vogliono presentare contributi originali su cui discutere, possono scriverci usando il medesimo indirizzo la_tribuna@tuttoscuola.com.

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