Maturità, quel nostalgico rimpianto delle prove scritte

Il “Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità” ha diffuso il testo di una lettera aperta, indirizzata al ministro Bianchi, sottoscritta da 33 noti intellettuali, quasi tutti docenti universitari (molti in quiescenza), nella quale si invita lo stesso ministro a rivedere il suo orientamento a “riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta”.  

Tra i firmatari compaiono nomi assai noti come quelli dei giuristi Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale, e Fulco Lanchester, docente di Diritto costituzionale e comparato all’Università di Roma La Sapienza; economisti come Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici della Cattolica di Milano, ed Elsa Fornero, docente a Torino e già ministro del Lavoro nel governo Monti; i tre italianisti Giulio Ferroni, Università di Roma La Sapienza, Maurizio Dardano, Accademico della Crusca e docente di Storia della lingua a Roma Tre, e Giuseppe Nicoletti, docente di Letteratura Italiana all’Università di Firenze; poi alcuni docenti di Filosofia teoretica, tra i quali Donatella Di Cesare (Roma La Sapienza), Nicla Vassallo (Genova), Carla Bagnoli (Modena e Reggio Emilia) e storici come Alessandro Barbero (Università del Piemonte Orientale), Chiara Frugoni (Università di Pisa) e Adriano Prosperi (Pisa). Inoltre, lo psichiatra Paolo Crepet, il sondaggista Renato Mannheimer e la psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris.

Tra i pochi non accademici compare un sindacalista della scuola, Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Gilda degli Insegnanti.

La richiesta è esplicita: reintrodurre all’esame di Stato le prove scritte (non solo quella di Italiano) in quanto ciò “è nell’interesse della collettività, alla quale è doveroso garantire che alla promozione corrisponda una reale preparazione”. In questo modo “la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza”.

Infine (e qui si nota in particolare l’imprinting del “Gruppo di Firenze”) alla reintroduzione delle prove scritte va affiancata “la garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno” con l’obiettivo “di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti”.  

Con tutto il rispetto per gli autorevoli firmatari della lettera aperta ci sembra che il loro sguardo sia rivolto al passato, mentre in tutto il mondo ci si pone il problema di come valutare gli apprendimenti nel contesto della rivoluzione tecnologica e informativa in pieno sviluppo. (O.N.)

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