Maturità 2018: presidenti di commissione, il Miur capitola

A metà marzo, quando il Miur aveva fornito le nuove indicazioni sui presidenti delle commissioni di maturità (nota prot. 4537 del 16 marzo 2018), escludendovi i dirigenti scolastici del primo ciclo, tutto sembrava dovuto, in quanto questi ultimi, in base al decreto legislativo 62/2017, erano vincolati per la prima volta a presiedere la commissione dell’esame di licenza nella propria scuola.

Una esclusione che, tuttavia, andava ad azzerare le attese di centinaia e centinaia di dirigenti scolastici del primo ciclo che da sempre, non vincolati alla presidenza dell’esame di licenza (che non prevedeva compensi di qualsiasi sorta), si rendevano disponibili per le presidenze della maturità (che prevede compensi fino a 3.500 euro).

Si sollevavano proteste, tra cui quella dell’Associazione dei presidi (ANP), che criticava decisamente la nota ministeriale e ne chiedeva il ritiro o la sostanziale revisione, evidenziando l’incongruenza tra il nuovo dispositivo per il primo ciclo e quello vigente per il secondo.

Prima e dopo Pasqua le pressioni si sono fatte serrate e, alla fine, il Miur ha capitolato, emanando una nuova nota di precisazione in merito (prot. n. 6078 del 6 aprile scorso).

“A seguito di un riesame della questione e tenuto conto dei quesiti pervenuti – precisa la nuova nota ministeriale – l’Amministrazione ha ritenuto di poter consentire anche ai dirigenti scolastici del primo ciclo di istruzione, per il corrente anno scolastico, di presentare istanza di partecipazione come Presidente di Commissione per l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”.

Per quest’anno, dunque, i dirigenti scolastici del primo ciclo potranno svincolarsi dall’obbligo di presiedere in casa propria la commissione dell’esame di licenza nel caso in cui vogliano accedere alla presidenza della maturità.