Maturità 2018, boom di 100. Fattorini: ‘Risultati nascono da un buon orientamento in ingresso e un da un percorso di qualità’

Boom di 100 alla maturità 2018/2
Intervista a Ottavio Fattorini, dirigente titolare del liceo “Labriola” di Ostia e impegnato in un progetto di Ricerca educativa sulle scuole Dada presso l’Università Sapienza di Roma.

Ottimi risultati al Liceo Labriola di Ostia in quest’ultima maturità: 1 ragazzo su 10 ha ottenuto il massimo dei voti. Avete una ricetta particolare per questo successo o è merito di un esame che si avvia a diventare sempre più semplice?

«I buoni risultati degli studenti agli esami di Stato, che comunque possono risentire sempre di un effetto di alea sia in positivo che in negativo, nascono certamente da lontano: da un orientamento in ingresso che cerca di intercettare le attitudini dei nuovi iscritti,  a un percorso di qualità fatto anche di tante occasioni di supporto e sostegno con interventi di recupero precoce delle competenze mancanti, ma anche tante occasioni per apprendere in modo attivo e costruttivo, puntando sulla responsabilizzazione degli studenti. 
Più che “più semplice” c’è il rischio che l’esame di Stato diventi sempre più un adempimento formale piuttosto che un’occasione per dare il giusto merito ai percorsi di studio svolti dai ragazzi, oltre che alla prestazione nelle varie prove».

Inutile dirlo: obiettivi del genere si raggiungono anche mixando un buon metodo di studio e la giusta motivazione… C’è una leva particolare sulla quale fate forza per motivare i ragazzi e farli arrivare ad avere risultati così brillanti?

«Pare sia dimostrata la correlazione tra la motivazione all’insegnamento dei docenti e risultati scolastici dei ragazzi. Benché indiretto tale indicatore sembra si sia riverberato sui risultati di questo è dei precedenti anni scolastici al liceo Labriola. Abbiamo lavorato moltissimo insieme al Corpo Docente cercando occasioni di crescita professionale continua, possibilità di sperimentare con liberalità innovazioni didattiche, incentivare Riflessioni e ricerca collegiali. Tra i docenti chi voleva ha avuto in questi anni la possibilità di esprimersi al meglio, e di mettersi in discussione stimolando la propria creatività e d’iniziativa professionale. È possibile che tutto ciò si sia riverberato su un differente approccio allo studio degli studenti e quindi su esiti positivi alla fine del percorso».

Alternanza Scuola Lavoro: che peso ha avuto in questi ultimi esami e con quale spirito l’hanno svolta i ragazzi del Labriola?

«L’alternanza Scuola Lavoro ha impattato pesantemente con il percorso degli Studi degli studenti che hanno sostenuto quest’anno l’esame di Stato. Con loro è partita la riforma dell’alternanza scuola lavoro nei licei, prevista dalla legge 107 anche se non è con loro che se ne vedranno i primi riverberi formali nell’esame di stato. Certamente per un esame di Stato che non dà ancora sufficientemente spazio alla valutazione delle competenze,  aver dedicato molte ore all’alternanza scuola lavoro, avrebbe potuto andare a scapito dell’acquisizione delle conoscenze pure a tutt’oggi richieste nell’esame. Riuscire ad offrire occasioni  di alternanza scuola lavoro che possano incentivare gli aspetti operativi e l’acquisizione di competenze trasversali,  differenti rispetto a quelle abitualmente perseguite nel percorso curricolare,  può avere avuto benefici riflessi anche nell’esame di Stato, quantomeno nei modi di affrontarlo e nella gestione del colloquio». 

La vostra è una delle scuole che fa parte del progetto Dada (Didattiche per ambienti di apprendimento). Di cosa si tratta? Possiamo attribuire a questo progetto almeno una parte del successo ottenuto alla maturità 2018?

«Il modello Dada,  che sta per “Didattiche per ambienti di apprendimento”, avviato a partire dall’anno scolastico 2014-2015 dal liceo Labriola e dal liceo Kennedy di Roma, prevede che gli istituti funzionino per “aula ambiente di apprendimento”, assegnata ad uno o due docenti della medesima disciplina con la rotazione dei gruppi classi dei cambi di lezione. Benché gli studi dell’università Sapienza di Roma, condotti dai professori Giorgio Asquini, Guido Benvenuto e Donatella Cesareni, sugli esiti nella didattica del modello DADA, siano ancora in corso, non possono non balzare agli occhi i risultati estremamente positivi degli studenti delle due scuole, il liceo Labriola e il liceo Kennedy, che per prime hanno ideato ed avviato questo modello organizzativo. L’effetto di incubatore di innovazione ed entusiasmi che il modello Dada di certo rappresenta sempre aver avuto già una sua conferma quasi “sperimentale”con questi risultati».

Professor Fattorini, come commenta i risultati di questo esame di maturità, l’ultimo prima delle modifiche che lo vedranno protagonista semplificandolo ulteriormente l’anno prossimo?

«L’esame di Stato dovrebbe essere vissuto ha interpretato  come un momento di crescita e questo sebbene sia soggetto ad incredibili variabili difficilmente eliminabili. I tentativi di formattare i criteri di valutazione non possono che risentire comunque della varietà e numerosità di presidenti e commissari. Non so se nel futuro diventerà più semplice con la nuova modalità, ma la cosa importante sarebbe che si riesca a trovare un modo per rilevare e certificare le competenze acquisite nel quinquennale degli studi, anche attraverso l’Alternanza Scuola Lavoro, evitando da una parte i rischi di un formalismo esasperato che poco rende merito alla sostanza della preparazione degli studenti, dall’altro una discrezionalità di giudizio poco supportata da chiari e comuni criteri di valutazione il un’interpretazione comune dello spirito con cui deve essere condotto».