Matricole scarse in matematica e inglese. C’è chi non sa esprimersi

L’esame di Stato è sotto accusa. Il rettore del Politecnico di Milano e anche gli altri responsabili delle università, come riferisce il “Corriere della Sera“, denunciano le carenze delle matricole. «Studenti impreparati, colpa dei genitori».
Le critiche non risparmiano nessuno, eccone un campionario.
Presidi e insegnanti: non li spingono a impegnarsi, la maturità ormai è una barzelletta. L’esame di maturità? Troppo facile, tanto vale abolirlo. I genitori? Sempre pronti a schierarsi con i figli contro chi li accusa di scarso impegno. La preparazione dei ragazzi? Lacunosa, con gravi problemi nella costruzione delle frasi e nell’organizzazione dello studio.
Con queste premesse il risultato è uno solo: le matricole arrivano all’università senza le nozioni necessarie per affrontare gli esami.
È un vero e proprio coro di valutazioni crude e preoccupate quello che esce dal mondo universitario e scolastico: «Sono diventati più ignoranti, non sono abituati all’impegno, allo sforzo mentale, hanno un vocabolario di cinquanta parole». «Questi giovani dimostrano carenze strutturali nel parlare, nello scrivere, nella pianificazione dello studio».
Puntare sull’italiano e la matematica, ma anche sull’inglese, consigliano i docenti. «Il livello di preparazione sta scendendo. Il 70 per cento di chi si iscrive nel nostro ateneo ha risultati scarsissimi in inglese. Da parte nostra, cercheremo di stare molto attenti alla selezione, dando più peso al test e meno ai risultati scolastici».
Insomma una bocciatura completa. Ma cosa dicono i dati sul nuovo esame finale?