Master e precariato. Scelta della persona giusta al posto giusto

Siamo alle solite.

In Italia, nella P.A., per poter avere una persona propria in un posto chiave si fa così: la si sceglie e la si chiama per dare una mano all’ufficio che è oberato di lavoro (o alla dirigenza), la si fa partecipare ad un corso o ad un master specifico per darle credibilità e curricolo e poi si chiede a gran voce di stabilizzare il povero precario. Molto spesso non c’è neanche bisogno di farle frequentare il master (se è con minori prospettive farà più pena e la regolarizzazione sarà d’obbligo).

Tutto ciò è possibile solo tenendo bloccate le selezioni per concorso pubblico e dando luogo a concorsi appositamente riservati al prescelto.

Se il concorso dev’essere necessariamente pubblico il recente metodo di selezione inventato è  la preselezione a quiz: spesso tali quiz non hanno alcuna attinenza con la posizione di accesso ed a volte danno adito a sospetti (cfr. vicende numero chiuso mondo universitario).

Ma in ogni caso, in quest’ottica, il Concorso Ordinario dev’essere sempre secondo rispetto a quelli riservati, come è capitato nella recente vicenda dei Dirigenti Scolastici.

Quando si capirà che nella P.A. abbiamo bisogno di gente capace, corretta e che non ha nessuno da ringraziare, indipendentemente dalla regione o dal colore politico.

Sono proprio indignato.

Giuseppe Cotroneo

Concorso Ordinario 2004

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