Marzo 2020 – 2022: cosa è cambiato a scuola? Le vostre esperienze

Per la prima volta nella storia, a marzo 2020 tutte le scuole hanno chiuso come tentativo di contenere la diffusione del Covid19. Ma la scuola non si è fermata. Migliaia di docenti e di dirigenti scolastici si sono rimboccati le maniche, si sono formati e hanno messo in atto i primi tentativi di didattica a distanza. Per la prima volta in Italia, la rivoluzione digitale ha investito veramente il mondo della scuola con tutte le sue conseguenze, positive e negative. Oggi, a marzo 2022. dopo due anni da quell’evento storico, cosa è cambiato davvero a scuola?

Tuttoscuola in questo mese ha rivolto questa domanda a chi questi due anni di scuola li ha vissuti da protagonista: maestri, dirigenti scolastici, professori e esperti… e a voi.

Lo scopo è stato quello di provare a raccogliere quello che di buono è stato fatto e capire in quale direzione guardare per il futuro. Oggi pubblichiamo alcune delle vostre esperienze, quelle che ci sono sembrate raccogliere meglio i pensieri che ci avete mandato. Di seguito, dunque, qualche idea su cosa sia cambiato a scuola in questi ultimi due anni, sempre che un cambiamento reale ci sia stato davvero.

Cosa è cambiato a scuola? Più tecnologia, ma perdita dei contatti e tanta incertezza

Usiamo molto di più la tecnologia digitale: quasi tutte le riunioni sono a distanza così come i colloqui con i genitori. Un sicuro risparmio di tempo, ma i contatti in presenza sono comunque importantissimi. A me sembra che la burocrazia sia aumentata e che ci sia troppo poco tempo per parlare veramente degli studenti e dei loro problemi.
L’esame di maturità è cambiato ma siamo sempre stati informati male a proposito dei cambiamenti.
Per il Covid comunque c’è ancora molta paura e incertezza, i ragazzi hanno poca libertà di movimento nella scuola.
Un aspetto positivo riguarda proprio il desiderio che gli studenti hanno di stare a scuola (soprattutto quelli più giovani nel nostro liceo)
Silvia Candrina, liceo scientifico statale Leonardo Brescia

Cosa è cambiato? Meno scuola vera

Le metodologie didattiche attuabili sono limitate per le note ragioni sanitarie. La valutazione è cambiata (in peggio) con i nuovi livelli descrittivi che nulla hanno di trasparente e hanno un forte sapore di pedagogichese che nulla ha a che fare con la scuola vera. Incombenze burocratiche asfissianti.
Matteo Savorgnani, docente

Cosa è cambiato a scuola? Tutto

Tutto è cambiato nel bene e nel male. Docenti e studenti, dopo un primo sgomento, hanno sentito il bisogno di vicinanza che è stata colmata con Whatsapp, mail, collegamenti Zoom, USO DI PIATTAFORMA COLLABORA di AXIOS per scambio biunivoco di compiti e UdA.
Poi Google workshop fa due anni.
In male: sono aumentate le ore di lavoro dei docenti per organizzare lezioni digitali a distanza e la DDI.
Aumentato lo stress per la carenza dei supporti informatici delle scuole, per la discontinuità nei collegamenti online e soprattutto per l’ uso dei propri device oltre che dei dati SIM.
REPERIBILITÀ di Dirigenti, docenti e amministrativi a qualsiasi ora del giorno.
Aumento del carico di lavoro e del tempo di lavoro senza un minimo riconoscimento economico.
In bene: quasi tutti i docenti sono in grado di interfacciarsi con gli strumenti digitali con il conseguente miglioramento delle performance didattiche.
Collegi, consigli di classe e colloqui genitori online hanno risparmiato ai docenti lunghe soste pomeridiane nella scuola, soprattutto per quei docenti che hanno più classi.
Teresa Berardi, docente

Cosa è cambiato a scuola? Sono emerse le contraddizioni della didattica tradizionale

Le competenze digitali sono accresciute con un processo forzato e veloce, così come le dotazioni strumentali che implementano la didattica digitale. Tale cambiamento ha messo allo scoperto le contraddizioni della didattica tradizionale, ancora predominante nelle nostre scuole, basata sulla trasmissione nozionistica unilaterale e acritica e poco compatibile con una didattica digitale effettuata a distanza che presuppone un rapporto di fiducia e collaborazione tra docente e studente. Contestualmente, la DAD (o DID) ha costretto tutti a valorizzare il significato delle relazioni umane. È incrementata anche la sensibilità e l’attenzione verso la questione ambientale.
Renata Falcomer DS dal 1 settembre in quiescenza

Cosa è cambiato a scuola? La consapevolezza

Dipende. Il punto di vista e il ruolo cambiano la prospettiva. È una ovvietà. È cambiata la consapevolezza che istruire, formare, educare lo si può fare in modi e tempi diversi. Che l’apprendimento è un’abilità che l’essere umano in crescita non tralascia mai. E che i contenuti da apprendere sono sempre disponibili solo se li si sa cercare, trovare, comprendere. Che la conoscenza e l’uso della lingua sono fondamentali per costruire condivisioni. Che la formazione culturale passa attraverso la formazione della persona in contesti di confronto attivo e di scambio di apprendimenti. Alcuni docenti hanno capito. Altri non sono interessati. La professione richiede impegno e capacità di apprendere. Non tutti sono interessati. Questi anni di pandemia ci hanno insegnato che la selezione, la formazione e l’aggiornamento continuo del personale docente non è più rinviabile. La selezione soprattutto. E la capacità di leggere e interpretare il nostro tempo. Formazione appunto e aggiornamento obbligatorio e continuo. Di nuovo utopia?
Gabriella Villa, DS IS G.B. Rubini

Cosa è cambiato a scuola? Più fragilità

Purtroppo molte energie sono state investite nella gestione Covid, inoltre, la mancanza di continuità per le assenze delle classi in quarantena o del personale scolastico malato spesso non ha permesso una progettualità capace di rispondere alle esigenze degli alunni in questo particolare momento storico. È aumentata molto la fragilità degli alunni ma anche quella del personale, rischiando il burnout. Sono mancati molto i momenti più creativi e aggreganti: laboratori con classi miste e uscite didattiche e ciò ha influito sulla relazione, rendendola meno empatica.
Filomena Filippis, DS Liceo D.Berti

Cosa è cambiato a scuola? Più tecnologia, troppa intrusione

Sicuramente le nuove tecnologie sono entrate prepotentemente nella didattica con evidenti vantaggi. Il loro utilizzo è oramai imprescindibile. Gli alunni sono diventati più pigri e la scuola è fin troppo presente, spesso intrusiva
Ermelinda Canale, IPSSAR Ugo Tognazzi di Velletri

Cosa è cambiato a scuola? Migliorate le competenze digitali

Tante cose sono cambiate! Il rapporto con i colleghi, la mancanza di un confronto personale e diretto. Con gli studenti in realtà non molto… Comunque tra lo scorso anno e soprattutto quest’anno la distanza si è ridotta sempre più e siamo tornati alla normalità del confronto.
Come docente mi rendo conto di aver migliorato notevolmente le mie competenze digitali che però non utilizzo in presenza perché preferisco comunque il dialogo e il confronto che mi è mancato moltissimo durante la DDI.
Paola Bruschi, IPSSEOA “G. Minuto”

Cosa è cambiato a scuola? Abbiamo imparato a guardare oltre la lontananza

La scuola è davvero cambiata: le lezioni a distanza sono ormai entrate a fare parte della quotidianità. L’insegnamento in classe, in contemporanea alla DAD è complicato. Sono stati due anni intensi e difficili. È cambiato il modo di insegnare, la metodologia; i lavori svolti sono per lo più individuali e sento la mancanza dei lavori da svolgere in piccoli gruppi, manca il contatto fisico. La tecnologia ci ha però aiutati a mantenerci in contatto, a sostenerci a vicenda e a condividere emozioni e stati d’animo. Ci ha permesso di continuare ad apprendere ed insegnare. I bambini hanno dimostrato responsabilità, partecipazione ed entusiasmo anche durante le lezioni a distanza. Abbiamo scoperto nuovi strumenti informatici e nuove potenzialità, anche se il contatto face to face è indubbiamente il migliore. I Google meet hanno permesso l’insegnamento nonostante la lontananza.
Monica Chiesi, Andersen International school

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