Mariapia Veladiano: ripartire dalla scuola, ma cambiando

Nota anche per alcuni romanzi di successo (uno, La vita accanto, si è classificato al secondo posto nel Premio Strega del 2011) Mariapia Veladiano, vicentina, è soprattutto una donna di scuola, con una lunga esperienza prima come insegnante di lettere (oltre 20 anni) e poi come preside nelle scuole secondarie superiori. “Una donna di scuola, senza retorica innamorata della scuola pubblica, democratica, libera, equa, competente, allegra, varia, sempre nuova”, come scrive, presentandosi, nella introduzione del suo ultimo libro, Oggi c’è scuola (sottotitolo Un pensiero per tornare, ricostruire, cambiare), pubblicato da Solferino nel settembre 2021 nella collana dei ‘libri del Corriere della Sera’, disponibile anche in edicola.

Nel 2019 l’insegnante scrittrice è andata in pensione, proprio alla vigilia dell’anno e mezzo in cui la scuola italiana è rimasta quasi sempre chiusa a causa della pandemia, ma la sua non è stata una fuga verso l’attività letteraria, che pure prosegue (del 2021 è il nuovo romanzo Adesso che sei qui, edito da Guanda): Oggi c’è scuola  è un appassionato inno-appello alla ricostruzione della relazione didattica nella sua pienezza (in presenza, ma anche in altre forme che con essa si integrano), accompagnato da una puntigliosa analisi dei problemi che la rendono difficile, individuati anche sulla base di esperienze personalmente vissute.

L’elenco dei problemi è cospicuo, ma l’attenzione dell’autrice cade in particolare sulla questione della formazione e del reclutamento degli insegnanti, che a suo giudizio devono essere selezionati esclusivamente per concorso, ponendo termine a ogni altra forma di assunzione. Seguono altre proposte, come quella di rendere triennali i trasferimenti (anche dei presidi), la creazione di una carriera professionale per i docenti con figure e retribuzioni differenziate, il superamento in positivo della selezione, come provò a fare con successo, all’inizio degli anni Novanta, il Progetto ’92 degli Istituti professionali (“Chi ha lavorato nei professionali sa bene come sono andate le cose”, scrive la Veladiano). E serve soprattutto “una nuova partecipazione corresponsabile” da parte delle famiglie e dell’intera società civile nella costruzione di una scuola nuova, più equa e orientata al futuro, perché, comunque, “La scuola di ‘prima’ non è la favola bella a cui tornare”.

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