Mancanza di organici? Si provvede con le ore aggiuntive

La situazione critica degli organici sta determinando in molte province difficoltà nel far fronte al fabbisogno delle ore necessarie per il servizio.

Nei giorni scorsi alcuni dirigenti di Uffici scolastici provinciali, come ad esempio quello di Firenze, lamentavano la riduzione dell’organico di diritto, arrivata inaspettatamente ai primi di agosto. Come far fronte alla situazione imprevista?

Sta prendendo piede sempre più, rispetto agli scorsi anni, il ricorso alle ore aggiuntive che vengono messe a carico dei docenti dell’istituto.

Il contratto nazionale prevede che un docente possa prestare fino a sei ore in aggiunta al proprio orario di cattedra. Si tratta di una disponibilità che i docenti possono accettare volontariamente ma, a quanto sembra, molti di loro non disdegnano questo supplemento di lavoro, vista anche la situazione di crisi economica nazionale.

In questo modo, ad esempio, la mancanza di un posto di lavoro (pari a un fabbisogno di 18 ore settimanali) può essere compensata con tre docenti della stessa materia che si accollano l’onere di 6 ore aggiuntive ciascuno.

Alla fine di tutta l’operazione l’Amministrazione scolastica può dimostrare al Ministero dell’economia e finanze che il numero dei posti autorizzati è quello previsto. Il di più delle ore aggiuntive è un “fuori sacco” che non appare.