Malgrado tutto, è bene che la scuola continui

Dopo qualche iniziale esitazione, che l’aveva indotta a ventilare l’ipotesi di una chiusura anticipata dell’anno scolastico per gli alunni delle scuole colpite dal terremoto in Abruzzo, il ministro Mariastella Gelmini ha preso quella che, anche secondo noi, è la decisione giusta: far continuare la scuola, sia pure in condizioni organizzative e logistiche d’emergenza.

Parlando a Edolo in occasione dell’inaugurazione del “Centro studi applicati per la Gestione sostenibile e la Difesa della montagna” – un organismo che ha anch’esso a che fare con problemi di sicurezza e prevenzione – il ministro ha detto che occorre riaprire le scuole “per ritrovare la normalità, per tornare alle abitudini dei giorni che precedevano il dramma. Anche in tendoni o container, ma al più presto“.

Ci sembra una decisione opportuna sotto diversi aspetti: intanto costituisce una risposta attiva agli eventi, un modo per non subirli. In secondo luogo può sostenere gli alunni, soprattutto quelli che hanno avuto perdite di familiari, dal punto di vista psicologico. In terzo luogo non sottrae agli alunni per troppo tempo (oltre due mesi, cui si sarebbero aggiunti i quasi tre mesi delle lunghe vacanze estive italiane) il contatto, l’interazione, l’immersione nella dimensione socio-educativa dell’istituzione scuola, che per i giovani costituisce, deve costituire malgrado tutto,  la “normalità” della loro vita quotidiana.