Ma la scuola valutata dall’OCSE non è quella della Gelmini

La pubblicazione dei dati OCSE sullo stato dell’istruzione in molti Paesi, compresa l’Italia, è certamente un’occasione per una riflessione su come migliorare la qualità della scuola italiana.

Invece, per diversi esponenti del mondo politico e sindacale è stata l’occasione per dare i voti, pesantemente negativi, al ministro Gelmini, ritenuta responsabile dello stato poco confortante della nostra scuola.

Ma i dati a cui si riferisce l’OCSE sono quelli del 2008, quando la Gelmini stava arrivando e lasciava il ministero Fioroni.

Responsabile allora dei guai dell’istruzione italiana dovrebbe essere Fioroni?

Macché, neanche per sogno, se non altro perché il ministro del governo Prodi rimase in carica soltanto due anni.

Colpa della Moratti? Oppure colpa di De Mauro, di Berlinguer?

È dietrologia cercare un responsabile preciso.

La situazione della scuola italiana di oggi è il risultato di interventi stratificati, di scelte buone o cattive, di condizionamenti, di corporativismi e altro che meriterebbe una valutazione approfondita a parte.

I dati OCSE ci dicono, piuttosto, che occorre guardare avanti, pensare a modificare le scelte per cercare concretamente e in modo il più possibile condiviso una qualificazione diversa dell’intero sistema di istruzione, dove tutti, nessuno escluso, devono fare la loro parte e le loro rinunce.

Vale per ministri, parlamentari di maggioranza e di opposizione e sindacati.