Ma a qualcuno l’accordo per il contratto non piace proprio

Mentre i sindacati rappresentativi firmatari plaudono ovviamente all’accordo e anche il ministro Moratti dichiara soddisfazione per il raggiungimento di un traguardo che avvicina i docenti italiani all’Europa, c’è invece chi dichiara delusione e critica per l’intesa e chi, addirittura, minaccia scioperi della categoria.
Il contratto scuola “si chiude miseramente, con aumenti ridicoli, offensivi per docenti e Ata e per le loro condizioni di vita e di lavoro“. Così Piero Bernocchi, leader dei Cobas, ha commentato l’intesa per il contratto.
Per Bernocchi è falso che questo accordo abbia avvicinato le retribuzioni dei docenti italiani ai livelli europei che restano, a suo giudizio, a “distanze siderali”. Come è falso, afferma sempre Bernocchi, che sia stato raggiunto quel 5% di aumento che avrebbe dovuto coprire la perdita del potere d’acquisto dei salari.
(C’è da precisare, calcoli alla mano, che, a parte l’una tantum e gli aumenti per il fondo di istituto, l’aumento è stato del 5,26% per i docenti e del 4,84% per il personale Ata).
Più dura dei Cobas della scuola la Cub-scuola, che “boccia su tutta la linea” il rinnovo del biennio economico per gli insegnanti e il personale tecnico, amministrativo e ausiliario, parla di “contratto cannibale“, chiede forti aumenti retributivi e proclama lo sciopero nazionale della categoria, nell’ambito dell’astensione generale del 21 ottobre.
Al danno – afferma Scarinzi coordinatore nazionale della Cub-scuola – si aggiunge la beffa, perché il costo del contratto è coperto dal taglio degli organici, dalla secca diminuzione del personale di ruolo e dall’accrescersi di quello precario: un contratto cannibale“.