L’UDC spara a zero. O a salve?

Dopo aver annunciato, tramite il ministro Giovanardi, che la bozza di decreto sul secondo ciclo non soddisfa “neanche lontanamente” le esigenze dell’UDC, è ora il responsabile scuola di quel partito, Beniamino Brocca, a tornare sull’argomento con dichiarazioni e interviste, rilasciate in occasione dell’approvazione dei due nuovi decreti legislativi, quello sul diritto-dovere e quello sull’alternanza scuola-lavoro.
Provvedimenti importanti, secondo Brocca, ma “la vera partita si gioca con il decreto sulle superiori, e quello è ancora in alto mare” (intervista al “Messaggero” del 25 marzo). Il punto di contrasto è sempre quello della “licealizzazione degli istituti tecnici, alla quale l’UDC si dichiara “totalmente contraria“. L’UDC è per un “canale alternativo a quello dei licei, in cui confluiscano l’istruzione tecnica statale, con un quinquennio unitario, l’istruzione professionale statale con diverse possibilità di uscita, e la formazione professionale“.
Il fatto è che anche altre componenti della maggioranza, e la Confindustria, si dichiarano contrarie alla “licealizzazione” dei tecnici, ma ritengono che il loro rilancio, proprio in quanto “tecnici”, si possa più facilmente realizzare all’interno del sistema di istruzione, e non in quello di “istruzione e formazione”, considerato in pratica l’erede della formazione professionale regionale.
La proposta dei “campus” (ovvero “poli tecnologici”), peraltro, sembra andare in direzione dell’aggregazione indicata da Brocca: percorsi quinquennali accanto ad altri tri-quadriennali e di altro tipo, da realizzare in sedi uniche. Che importanza ha che queste aggregazioni facciano parte del primo o del secondo canale, se le caratteristiche che li contraddistinguono sono chiaramente definite, e vanno in direzione del rilancio della cultura e della formazione tecnica? Potrà l’UDC portare fino in fondo la sua opposizione fondandola in pratica non su questioni di contenuto e strategia (sempre che i quadri orari dei licei tecnologici ed economici siano rivisti in senso neotecnico), ma solo in nome di una astratta querelle istituzionale?