L’orientamento formativo ai tempi del Covid-19: lo scenario socioeconomico e l’orientamento

di Concetta Fonzo*

Tempo di iscrizioni, tempo di orientamento. In questo particolare momento storico cambiamenti climatici, inquinamento, globalizzazione di mercati ed economie, cambi generazionali e trasformazioni che in generale investono la vita di molti giovani, avranno rilevanti e duraturi effetti sia sull’istruzione e la formazione che sul lavoro e l’occupazione, mettendo in luce un futuro dove la necessità di dover tracciare, ancor prima di ri-definire, i proprio obiettivi di studio e di lavoro, è fondamentale.

Secondo stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) la crisi del Covid-19, ha portato ad un considerevole aumento della disoccupazione nel mondo, con un incremento dei disoccupati a livello globale che passa da 5,3 a 24,7 milioni a cui si sommerebbero i 188 milioni del 2019. Sulla base del quadro delineato dall’OIL, la crisi economica e occupazionale potrebbe avere una ricaduta maggiore su alcuni gruppi di lavoratori e lavoratrici che includono soprattutto giovani e anziani, accentuando quelle disuguaglianze che da diversi anni sono già presenti nel mondo del lavoro e delle professionali.

Ai trend globali negativi occorre aggiungere i dati nazionali dell’Istat che ad ottobre 2020 evidenzia un tasso di disoccupazione stabile al 9,8%, con una percentuale che per i giovani tra i 15 e i 24 anni sale al 30,3%, con un aumento di 0,6 punti rispetto a settembre 2020 e di 2,6 punti rispetto a ottobre 2019.

Ma, oltre alla diminuzione dell’occupazione in generale, un altro fenomeno allarmante è la notevole riduzione dei tradizionali strumenti di training on the job, tra cui i tirocini, utili per l’ingresso nel mondo del lavoro di molti giovani (under 35). Secondo i dati, relativi ai tirocini extracurricolari, pubblicati dalla Repubblica degli Stagisti, nel primo semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno procedente, il numero di tirocini si è quasi dimezzato. Particolarmente drammatico è stato il secondo trimestre del 2020 quando sono stati attivati solo 27.024 tirocini rispetto ai 100.433 del 2019, con un crollo pari a meno 73%.

Di fronte a questo scenario internazionale e nazionale, è utile riflettere e adoperarsi per trasformare la crisi in un momento di crescita. Dall’emergenza Covid-19 possono essere tratte lezioni che costituiscono un’opportunità per il superamento di problemi preesistenti, attribuendo un ruolo cruciale anche alla diffusione di nuovi modelli di orientamento.

Oggi, l’orientamento svolge una funzione importante e strategica in quanto costituisce un elemento indispensabile per affrontare la complessità e l’incertezza dei cambiamenti di una società e di tante economie in sofferenza a causa dello scoppio della pandemia. Al tempo stesso, però, l’orientamento non può essere attenzionato oppure confinato ai soli periodi di scelta e di iscrizione ad un nuovo percorso di studi e tantomeno può essere circoscritto alle fasi di transizione dall’istruzione al mondo del lavoro oppure da un lavoro all’altro. L’orientamento non è un momento ma un “percorso” che si basa “sulla costruzione e sul rafforzamento delle competenze orientative indispensabili per la valorizzazione della persona e della capacità di poter effettuare scelte consapevoli e appropriate lungo tutto l’arco della vita (Miur, PCTO).   

Un percorso che, con l’obiettivo di avere a disposizione “una scatola di attrezzi” per il futuro, necessita di essere alimentato sia in ambito scolastico che in quello extrascolastico, laddove l’intervento e l’accompagnamento degli insegnanti e dei genitori è determinante e per cui diventa fondamentale avere a disposizione un repertorio di risorse e strumenti orientativi in grado di rispondere alla specificità delle differenti condizioni esistenziali e di apprendimento.

Sei uno studente o un genitore e hai domande, richieste di aiuto e sostegno sul tema della scelta? Commenta questo articolo o scrivi a redazione@tuttoscuola.com, la gireremo ai nostri esperti che proveranno a rispondere!

*Laureata sia in Economia che in Sociologia, si è specializzata in Gestione delle politiche, dei servizi sociali e della mediazione interculturale. Lavora presso l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) dove in passato ha seguito progetti volti a sostenere e diffondere politiche e pratiche legate all’orientamento permanente mentre ora contribuisce allo sviluppo e alla disseminazione di iniziative e progetti europei e nazionali nei settori dell’istruzione e della formazione professionale, della mobilità transnazionale per l’apprendimento, dell’inclusione sociale di giovani e adulti. Tra i suoi ambiti di studio e ricerca rientrano: i sistemi educativi e formativi europei, l’uso delle nuove tecnologie per la didattica e l’orientamento, gli strumenti per l’assicurazione della qualità nell’istruzione e nella formazione professionale, i dispositivi per la messa in trasparenza e il riconoscimento delle competenze ai fini della mobilità internazionale.