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L’obesità diventa oggetto di valutazione a scuola. In America

Si chiama Bmi (body mass index) e potrebbe diventare anche in Italia una nuova voce della scheda di valutazione degli alunni, se quanto sta avvenendo in alcune scuole degli Stati Uniti dovesse prendere piede anche da noi.

Il Bmi è l’indice di massa corporea che consente di misurare se si è grassi, magri o nella norma.

In alcune scuole americane è stato introdotto come elemento di valutazione, forse per scoraggiare la cattiva alimentazione di cui soffrono anche i minori americani con effetti allarmanti di obesità.

Lo riferisce un quotidiano italiano (Repubblica) che riporta anche considerazioni sul disorientamento delle famiglie americane di fronte al nuovo elemento di valutazione che sembra non sia stato adeguatamente presentato e motivato.

In Italia la tendenza all’obesità tra i minori sta diventando, come in altri Paesi occidentali, un fenomeno preoccupante. Tra gli adulti è presente nel 9,1%, ma nei minori ha raggiunto (con tendenza all’incremento) il 13%.

Oltre all’alimentazione ipercalorica e poco equilibrata, anche la tendenza alla sedentarietà è considerata causa dell’obesità tra gli stessi minori.

Il portale italiano dedicato al problema della obesità (www.obesita.org) riporta questi dati allarmanti.

L’Italia è ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso e i dati sono destinati a peggiorare in quanto in Europa il sovrappeso in età scolare cresce al ritmo di circa 400.000 casi l’anno.

“Dal 30 al 60% dei bambini obesi mantengono l’eccesso ponderale in età adulta e presentano, più frequentemente del previsto, alterazioni metaboliche e complicanze rispetto all’obesità che si manifesta in età adulta“.

Di questo passo, dunque, il Bmi potrebbe diventare familiare anche nella scheda di valutazione degli alunni italiani.

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