Lo strappo istituzionale con le Regioni

Fatto sta che il Miur, richiamandolo nelle premesse dei decreti emessi il 28 dicembre 2005 e resi noti solo in questi giorni, dà come acquisito il parere in sede di Conferenza Unificata, quando le Regioni avevano richiesto un adeguato approfondimento delle questioni prima di esprimere il parere di competenza. Poco importa la sostenibilità sociale e giuridica delle misure varate, che avranno una conseguenza certa: quella di chiudere definitivamente la porta del dialogo e del confronto. Non è difficile immaginare che la prima richiesta delle Regioni possa essere quella di aggiornare il lavoro di approfondimento ai tavoli tecnici a dopo la tornata elettorale.
E infatti la risposta delle Regioni non si è fatta attendere. Nella riunione di giovedì 2 febbraio gli assessori regionali hanno stigmatizzato la “decisione presa dal Ministro in modo unilaterale, in difformità dell’impegno preso in Conferenza Unificata di rinviare di un anno la riforma dell’ordinamento del secondo ciclo… Si tratta di una decisione irresponsabile, che crea confusione tra le famiglie e il personale della scuola… (presa) dopo che le Regioni hanno concluso la programmazione della rete scolastica sulla base dei piani provinciali e comunali“.
Il coordinamento degli assessori regionali, provinciali e comunali – prosegue il comunicato – hanno convocato un’assemblea per decidere le iniziative da assumere.