
L’istruzione degli Unicobas si mette alla fame
Così Stefano d’Errico, Segretario nazionale dell’Unicobas, esprime in un comunicato stampa il suo sostegno alla singolare forma di protesta messa in atto nei giorni scorsi presso il Ministero dell’Istruzione in Roma.
“A nome mio e dei colleghi dell’Unicobas, esprimo piena solidarietà a Nicola Giua, Ferdinando Alliata e Antimo Santoro, docenti dei Cobas in questi giorni in sciopero della fame davanti al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma. La soppressione del diritto di assemblea per le sigle non firmatarie di contratto (da una legge infame considerate “non rappresentative”), ha rappresentato un insopportabile, indegno, oppressivo giro di vite alla libertà di espressione dei lavoratori della Scuola. In questi anni abbiamo condotto una puntuale e forte campagna per tentare di ristabilire il diritto di parola incivilmente negato dall’articolo 8 del CCNL e dalla legge sulla rappresentanza sindacale.
Numerose sentenze contrarie alla limitazione del diritto d’assemblea sono state ottenute, almeno per quanto attiene al diritto di riunione di ogni RSU eletta, nel rispetto dello Statuto dei Lavoratori, ma neppure queste, in un Paese come il nostro, evidentemente bastano a riaffermare i minimi livelli di democrazia sindacale.
Occorre una nuova legge che abbatta il monopolio della rappresentanza consegnato, nel 1997, ai sindacati di Stato, da quella singolare figura che ha nome Bassanini, con il placet di tutto l’allora “centro-sinistra” (interno ed “esterno”). Siamo vicini ai colleghi dei Cobas-Scuola e ne condividiamo l’obiettivo di cancellare dal CCNL della Scuola, nonché dai contratti-fotocopia del Pubblico Impiego, questa vergognosa clausola voluta e sottoscritta da CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda.
Ad essi è stato consentito, in pieno conflitto d’interessi, di impedire l’esistenza pubblica del sindacalismo di base, peraltro giudicato un pericoloso concorrente perché contrario alla loro politica di svendita dei diritti dei lavoratori. In piena campagna per le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, con un evidente vulnus ad ogni elementare diritto di espressione (sigle che possono farsi propaganda ed altre che non possono), indecente ci sembra, dunque, il silenzio delle forze politiche sul tema della democrazia sindacale ed il black-out dei media sullo sciopero della fame”.
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