Liceo Virgilio: all’Open Day si glissa sui fatti negativi e sulle polemiche

C’era molta attesa venerdì scorso (15 dicembre) per l’open day del Liceo Virgilio di Roma per la presentazione della scuola, in vista delle nuove iscrizioni scolastiche per il prossimo anno.

Le aspettative erano di due tipi: l’una riguardava la presenza di nuovi genitori interessati alla iscrizione del discusso liceo romano e l’altra relativa alla posizione della dirigente scolastica Carla Alfano, oggetto nelle settimane scorse di critiche per alcune sue dichiarazioni su taluni aspetti negativi del liceo.

La prima domanda, preoccupata, era questa: per i genitori esterni quanto avrebbe influito il clamore che ha accompagnato da due mesi a questa parte il Virgilio? Avrebbero snobbato l’open-day, dirottando le proprie scelte verso altri istituti?

La risposta, eloquentemente positiva, è venuta dall’aula magna del liceo, gremita di circa 400 persone che hanno seguito con attenzione e interesse la presentazione del Virgilio, un liceo ricco di interessanti indirizzi di studio.

E la preside, ritenuta dall’ex-ministro Berlinguer contraria all’open day e alle riforme (intervista rilasciata al Messaggero il 22 novembre quando l’ex-ministro aveva parlato del Virgilio ostaggio di una minoranza di giovani estremisti aizzati dai genitori), come si sarebbe comportata?

La preside ha guidato la presentazione della scuola, esponendo con calore i “gioielli” di famiglia del liceo, valorizzando l’apertura alle riforme e la qualità professionale dei suoi professori, ma, contestualmente, glissando sui fatti negativi trascorsi e sulle polemiche, senza mostrare alcun spirito di rivalsa, come forse qualcuno si aspettava.

Un comportamento che ha smentito completamente le preoccupazioni dell’ex-ministro.

Quasi sull’eco delle pesanti accuse che l’ex-presidente del consiglio di istituto, Chiara Matteucci, ha formulato in settimana alla trasmissione di Porta a Porta contro ingerenze di una minoranza di genitori, la preside Alfano ha tenuto il pallino dell’open day, affermando implicitamente che, come prevede la legge, il rappresentante esclusivo dell’istituzione scolastica è il dirigente della scuola.