Liceo economico? Meglio tardi che mai
Intervenendo alla Conferenza ‘Economia e Scienze sociali nella scuola. I passi necessari per un nuovo liceo economico sociale’, organizzata dall’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE Italia e dalla Società Italiana degli Economisti SIE, il direttore generale per gli ordinamenti del MIUR, Carmela Palumbo, ha detto che il monitoraggio in corso sul Liceo Economico Sociale (attualmente ‘Opzione economico-sociale dal Liceo delle Scienze Umane’) previsto dall’art.12 del DPR 89/2010, si concluderà prima dell’estate e che l’idea di rendere il LES autonomo, staccandolo dal Liceo delle Scienze Umane, è pienamente fattibile.
Fattibile ma non semplice, perché richiederebbe una modifica del citato DPR, che non può essere fatta per via amministrativa. Non è da escludere comunque che alcune altre modifiche vengano fatte a conclusione del citato monitoraggio, che riguarda l’intero DPR, e che una di queste possa dunque riguardare il LES.
La soluzione della piena autonomia del Liceo Economico Sociale, che diventerebbe il settimo liceo accanto ai sei attualmente funzionanti, è stata auspicata da tutti gli intervenuti alla conferenza coordinata da Armando Massarenti all’Università Cattolica di Milano lo scorso 14 marzo con l’intervento delle società scientifiche degli economisti SIE, aziendalisti AIDEA, statistici SIS e sociologi AIS assieme all’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE Italia. Sulla tematica affrontata nella conferenza rinviamo all’articolo di Enrico Castrovilli a questo link.
Non è la prima volta che si affaccia in Italia l’idea di dar vita a un vero Liceo economico. Se ne discusse nella primissima fase di attuazione della riforma Moratti (legge n. 53 del 2003), prima che fosse presa la decisione di (pseudo)licealizzare gli istituti tecnici. Nell’area dei licei avrebbero dovuto esserci solo due licei, uno economico e uno tecnologico (simile all’indirizzo scientifico-tecnologico del progetto Brocca), con chiare caratteristiche di ‘licealità’, cioè di formazione generale e senza articolazioni interne. La condizione di fattibilità sarebbe stata la formazione, accanto all’area liceale, di una forte area tecnico-professionale comprendente gli istituti tecnici e professionali e la formazione professionale regionale.
Ma non si ebbe il coraggio di fare questa scelta, che fu contrastata da una vasta coalizione di forze politiche all’interno e all’esterno della maggioranza di governo, dalla Confindustria che temeva la caduta della qualità dell’istruzione tecnica se affidata alle Regioni, dalle stesse Regioni che non si sentivano in grado di gestire una partita così impegnativa, dai sindacati e dal personale dirigente e docente degli istituti tecnici. Si ripiegò sull’ircocervo dei ‘licei vocazionali’: un travestimento degli istituti tecnici talmente evidente e fragile da essere spazzato via dal successore di Letizia Moratti, Beppe Fioroni, senza che il centro-destra tornato al governo con Berlusconi-Gelmini provvedesse a ripristinarlo. Ma nel riordino dei licei targato Gelmini il Liceo economico non trovò spazio, qualcuno dice anche per evitare che potesse sottrarre iscritti agli istituti tecnici economici.
Vedremo se questa sarà la volta buona.
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via