
Liceo del Made in Italy e percorsi 4+2: corsa contro il tempo per le iscrizioni

La decisione di istituire il Liceo del Made in Italy, come noto, non è stata un’iniziativa del ministro dell’Istruzione e del merito Valditara, ma di quello delle Imprese e – appunto – del Made in Italy, Adolfo Urso, che l’ha inserita nella legge approvata dal Parlamento lo scorso 20 dicembre 2023. La legge prevede una serie di interventi di valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy, compresa l’istituzione dell’omonimo Liceo, e una specifica Giornata nazionale che si terrà il 15 aprile.
La legge Urso, come abbiamo già osservato, non definisce in modo organico e strutturato il nuovo percorso, limitandosi a innestarlo sul tronco di un indirizzo già esistente, l’opzione economico-sociale (LES) del Liceo delle scienze umane, introdotto nel 2010 da Maria Stella Gelmini, con un discreto successo, con lo specifico scopo di affiancare un percorso formativo di tipo liceale, in campo economico, a quelli più professionalizzanti degli Istituti tecnici commerciali.
Dati i tempi stretti (le iscrizioni alle secondarie superiori iniziano il 18 gennaio) e in mancanza di un regolamento che definisca meglio il piano di studi del Liceo, il ministro del Mim ha concordato col collega delle Imprese di concedere qualche giorno in più alle scuole che vogliono proporre questa offerta formativa per organizzarsi e alle famiglie per valutare e decidere. Così la data di inizio delle iscrizioni, solo per il liceo del Made in Italy, è stata prorogata al 23 gennaio, mentre quella di conclusione dovrebbe restare il 10 febbraio come per tutti gli altri indirizzi. Un bel rebus per le famiglie, che in alternativa al Liceo, dall’identikit ancora incerto, potrebbero intanto scegliere un’altra novità, anch’essa interessante per famiglie e imprese, il percorso 4+2 varato da Valditara con la sperimentazione della filiera tecnologico-professionale: istituti tecnici e professionali quadriennalizzati, più biennio negli ITS Academy, Istituti Tecnologici Superiori, ben finanziati nei prossimi anni grazie ai fondi del PNRR.
Certo, con il Liceo del Made in Italy e i percorsi 4+2 l’offerta formativa di percorsi professionalizzanti si arricchisce (il 15 gennaio 2024 il ministro Valditara visita a Milano il centro Galdus con l’assessore all’istruzione di Regione Lombardia), ma crescono anche i dubbi delle famiglie connessi al loro carattere sperimentale e poco definito, a fronte della collaudata solidità istituzionale dei licei e degli istituti tecnici tradizionali.
Per quanto riguarda il Liceo del Made in Italy quel che si sa finora è che, almeno per questo primo anno scolastico, i Licei delle scienze umane che hanno già attivato l’opzione economico-sociale potranno offrire una o più classi prime di Made in Italy solo utilizzando i professori già nel loro organico LES, e senza chiedere ulteriori risorse, il che significa che queste classi non potranno aggiungersi, ma solo sostituire quelle già funzionanti, sempre che abbiano almeno 27 studenti.
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