Licei di 4 anni/3. Varie ipotesi in campo

Il taglio di un anno della scuola secondaria superiore potrebbe peraltro essere realizzato nei modi più diversi: riducendo il biennio iniziale a un monoennio (1+3), riducendo il triennio a un biennio (2+2), o anche agganciando il quinto anno al percorso formativo ulteriore con il riconoscimento di crediti (da 30 a 60) utili per gli studi universitari o post-secondari non universitari. In quest’ultimo caso l’esame di maturità potrebbe articolarsi in due fasi successive (come si fa in Francia), una alla fine del quarto anno e l’altra alla fine del quinto.

Una variante ingegneristica alla prima ipotesi (1+3), affacciatasi anche in passato, potrebbe essere quella di staccare il monoennio dalla scuola secondaria superiore aumentando di un anno la scuola secondaria di primo grado. In tal caso la scuola italiana assumerebbe una configurazione assai simile a quella francese (5+4+3).

Tutte queste ipotesi comporterebbero, naturalmente, una profonda revisione dei piani di studio, che acquisterebbe forza e senso, però, solo nel quadro di un’operazione di rafforzamento della formazione di tutti i giovani italiani fino ai 18 anni. La Flc-Cgil ha già messo le mani avanti: cancellazione della riforma Gelmini, obbligo scolastico (non di istruzione) fino a 18 anni, nessun ulteriore taglio degli organici, da utilizzare per intero per combattere la dispersione e l’evasione scolastica.

E’ verosimile che l’attuale governo non sia in grado di affrontare una questione di tale rilevanza anche perché, per quanto tecnico, è sostenuto in Parlamento da una maggioranza politica che difficilmente troverebbe il modo di sciogliere il nodo della scelta tra obbligo scolastico e obbligo di istruzione. Però la libera discussione e l’approfondimento anche tecnico del modo di allineare la scuola italiana agli standard di durata, e magari anche di qualità, dei più avanzati Paesi del mondo ci sembra utile. Anzi, doverosa.