
Libri scolastici, stangata d’autunno: spesa fino a 700 euro a studente. L’Antitrust indaga sui rincari

Con settembre alle porte, le famiglie italiane si preparano non solo al ritorno a scuola dei figli, ma anche a una nuova stangata sul fronte dei libri di testo. Secondo l’Adoc, nel 2025 la spesa complessiva per libri e corredo scolastico potrebbe raggiungere – e in molti casi superare – i 700 euro per studente. Un peso crescente che ha attirato l’attenzione dell’Antitrust, ora impegnata a verificare dinamiche e cause di questi rincari.
Costi in crescita per ogni ordine di scuola
Negli ultimi dieci anni, rileva il Codacons sulla base della relazione preliminare dell’Autorità garante, il prezzo dei libri scolastici è aumentato del 13%. Oggi una famiglia spende in media 580 euro all’anno per un alunno delle scuole medie e 1.250 euro per uno studente delle superiori.
Nel dettaglio, per un alunno di prima media la spesa stimata nel 2025 è di 487,53 euro, mentre per un ragazzo al primo anno di superiori il conto sale a circa 685 euro. A queste cifre vanno aggiunti i dizionari: quello di latino costa tra 75 e 100 euro, quello di greco tra 100 e 133 euro.
L’analisi sull’intero ciclo dell’obbligo scolastico conferma l’impatto complessivo:
-
Scuola media: 355,01 euro (1° anno), 157,66 (2° anno), 149,94 (3° anno), per un totale di 662,61 euro.
-
Scuola superiore: 552,35 euro (1° anno), 232,63 (2° anno), 375,95 (3° anno), 352,80 (4° anno) e 348,39 (5° anno), per un totale di 1.862,12 euro.
Solo per i testi scolastici obbligatori, quindi, il peso per 8 anni di studi è stimato in 2.524,73 euro, senza contare i materiali specialistici di alcuni indirizzi.
Meno studenti, più spesa
Il quadro appare ancora più paradossale se si considera che tra il 2019 e il 2024 la popolazione scolastica è diminuita di quasi 600.000 studenti (-7%). Eppure, nel 2024 il giro d’affari dei libri di testo ha toccato quota 800 milioni di euro, con una crescita complessiva del 13% in dieci anni.
Un mercato concentrato e nuove edizioni “strategiche”
L’Antitrust segnala un settore fortemente concentrato: quattro gruppi editoriali – Mondadori, Zanichelli, Sanoma, La Scuola – detengono quasi l’80% del mercato. Una concentrazione che si accompagna a un altro elemento critico: chi sceglie i testi (i docenti) non li paga, mentre chi li paga (le famiglie) non li sceglie.
A pesare sui bilanci familiari anche l’elevata frequenza di nuove adozioni da un ciclo all’altro (35% alle medie, 40% alle superiori) e il fenomeno delle nuove edizioni, che riguarda ogni anno circa il 10% dei testi. Secondo l’Autorità, la definizione contenuta nell’art. 25 del Codice AIE lascia ampi margini di discrezionalità agli editori, consentendo di qualificare come “nuova” un’edizione anche con modifiche minime o puramente grafiche, riducendo così le possibilità di riuso dei volumi.
Libri digitali, occasione mancata
Il passaggio al digitale, promosso negli ultimi anni per ridurre i costi, non ha prodotto i risultati sperati. Gli ebook restano marginali nelle adozioni e i tetti di spesa fissati dal Ministero si sono rivelati inefficaci per mancanza di controlli. Il cartaceo continua a dominare le scelte dei docenti, e le iniziative di autodisciplina dell’editoria non hanno inciso sui prezzi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via